mercoledì 30 dicembre 2020

Ci eleviamo sollevando gli altri




Un anno difficile, il 2020 è stato l’anno che il mondo si è fermato ma anche l’anno dei piccoli passi incontrati all’interno del mio studio sia reale sia nel setting in remoto.

In questo periodo così complicato di confinamento all’interno delle nostre abitazioni ho avuto non solo richieste di aiuto da donne vittime di violenza domestica ma anche da vittime di violenza nella relazioni intime (coppie lgbt) . Si perché la violenza all’interno delle mura domestiche è un fenomeno trasversale e coinvolge proprio tutt*.

Ma in questi mesi c’è stato un altro fenomeno da evidenziare: la richiesta di un numero maggiore di partner abusanti che hanno deciso di mettersi in discussione di dire no alla violenza poiché hanno riconosciuto che le dinamiche innescate dall’agito portano con se un dolore immenso e una distruzione di quel mondo affettivo fino a quel momento costruito.

La tipologia di partner, che agiscono violenza, entrati in contatto con me per una richiesta di un percorso terapeutico, hanno un livello culturale e sociale vario ma una sufficientemente buona dimestichezza con il loro mondo interiore, anche se esiste spesso un agito esplosivo che viene minimizzato o addirittura negato. La costante rilevata nei primi incontri è che si sentono vittime delle dinamiche con l’altr* attribuendo la responsabilità della violenza a qualcosa di esterno o addirittura alla vittima stessa. 

La sfida è il cammino messo in atto a piccoli passi arrivando a compiere quei piccoli cambiamenti, a chiedere un aiuto per diventare genitori migliori, e far sì di non vedere più il dolore e la paura negli occhi della vittima. Tutt* noi dobbiamo ricordarci che “non si nasce cattivi a volte ci si diventa e c’è sempre dietro un perché” che va scardinato, compreso, smontato e ricollocato. Facendo ognuno di noi una parte di questo faticosissimo lavoro si può arrivare a vivere un mondo più umano.

Con immensa gratitudine alle persone con cui lavoro e mi affidano pezzi di se. Grazie che sia per tutt* un anno migliore.



Foto: istallazione di Marinella Senatore a Palazzo Strozzi “Ci eleviamo sollevando gli altri”

venerdì 25 dicembre 2020

Natale 2020


Il Natale è la festa più importante dal punto di vista psicologico. E' la festa della speranza, è la festa di tutte le famiglie anche quelle atipiche che non hanno altre feste nel calendario, è la festa di chi non ha una casa, è la festa degli amici è la festa di rinascita e di nuovi progetti.


Ma quest'anno il Natale con le sue luci, i doni e il ritrovarsi tra persone che si amano è seriamente minacciato dalla pandemia.


Insieme al Natale la minaccia colpisce la voglia di rinascere, di costruire di nuovi propositi e di credere. 



Ma il Natale arriverà comunque, e ci dirà prepotentemente anche se con meno luci, con meno canzoni e meno tavole imbandite di difendere noi stessi con tutti i dispositivi medici e le accortezze appropriate e difendere i simboli, i ricordi, la speranza che ci fanno credere a quella parte di umanità più bella e più solidale.


Buon Natale <3



domenica 20 dicembre 2020





Questo Natale sarà diverso non potremo incontrarci per scambiarci i doni, i sorrisi gli abbracci che caratterizzano il periodo di festa. Un Natale diverso come l’anno vissuto. Mesi difficili pieni di mancanze, di dolori, di lutti, un anno di scelte, un anno di solitudine. Ma anche un anno di cose belle come la creazione del mio Diario di Lettura, il viaggio in Messico, l’acquisto delle sedie nuove più comode necessarie per un cambiamento dopo 77 giorni vissuti in completa solitudine in una piccola casa accessoriata ma piccola per me che non avevo mai vissuto in modo stanziale.

Per questo Natale vorrei fare una magia e regalare un dono speciale a chi ha condiviso a distanza ma con una forte presenza con me questa periodo, a chi ha avuto il coraggio e la forza di rompere quel muro creato da me e non solo dal covid 19.
 
Un dono speciale a Silvia che ogni mattina durante il confinamento alle ore 6.00 faceva la prima telefonata condita da 4 risate. Ricordo che prima di chiamarci arrivava un messaggino: “ti chiamo?” Una volta per sbaglio ho risposto: “no” e lei subito ha inviato: “ma tanto non hai un cavolo da fare”. Ora che mi alzo un po’ più tardi la vita è ripartita mentre faccio il caffè ancora ci rido sopra e le nostre telefonate sono divenuto ormai rito.

Un dono pieno di stelle e notte di lune ad Angelica Elisa prezioso aiuto di grafica e continui consigli tecno-artistici che hanno reso il Diario di lettura di lettura di Libroterapia.

Un dono immenso a Graziella con le sue nozioni di cucina e le sue poesie che hanno condito la nostra amicizia.

Un dono pieno di affetto ad Alessio per le lunghe chiacchierate di psicologia di libri e di parole scelte mai usate a caso.

Un dono di gratitudine a Monica che mi ha suonato il campanello di casa alle 8.00 portandomi la prima mascherina quando non si trovavano.

Un dono simpatico ad Antonella per i messaggi e le telefonate che scandivano le giornate e monitoravano come stavamo e i costanti sviluppi sulle dirette del premier Conte.

Un dono effervescente a Rubina  per le nostre chiaccchiere da divano a divano.

Un dono grande per ringraziare Marco che ha forzato le mura di casa con una intervista Skype. In quel momento avevo l’iphone un po’ pazzerello (che ha vissuto fino la riapertura dell’apple store lode lode alla mela!) niente linea internet (che non metterò) e come supporto per sorreggere la precaria tecnologia uno scatolone che per pigrizia non avevo buttato (Santa pigrizia...Santa subito. Lo scatolone l’ho rivestito e vive ad oggi con me). 

Un dono spensierato a Francesca con i nostri costanti aggiornamenti sulla quotidianità. 

Un dono colorato a Lorenzo curioso e attento conosciuto da poco (un po’ prima delle zone colorate) ma spero che sia una persona che rimanga tanto nella mia quotidianità.

Un dono composto da favolosi giochi di equilibrio ai miei pazienti che insieme in questo anno abbiamo lavorato cercando di ricreare abitudini nuove, cucire rotture, rassettare emozioni e gioire di piccole cose.

Un dono di salute e serenità a tutte le persone che sono state, lo sono e lo saranno sempre accanto a me. Necessarie come l’aria indispensabili come il sole. Non le nomino loro sanno chi sono.

Buon Natale che la magia delle parole ci sostenga sempre!




mercoledì 25 novembre 2020


Giornata internazionale di contrasto alla violenza alle donne è una ricorrenza istituita dall' Assemblea generale delle Nazioni Unite tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999. In questo giorno governi, organizzazioni internazionali, associazioni e liberi cittadini sono invitati a organizzare attività di sensibilizzazione e di contrasto alla violenza di genere.




Sono tanti, sono troppi i femminicidi in Italia. Gli assassini sono i mariti, i compagni o altri familiari dai quali le vittime si aspettavano protezione e hanno invece trovato la morte. Non dimentichiamo i loro nomi. 


2020➡️ vittime di Femminicidio 59 (i dati sono da me raccolti tramite la lettura di casi di cronaca nei quotidiani nazionali)


Gennaio ➡️ 14 femminicidi

Carla Quattri Bossi Domenica 5

Concetta Di Pasquale Domenica 5

Jennifer Francesca Krasniqi Mercoledì 8

Fausta Forcina Giovedì 9

Stefania Viziale Giovedì 13

Maria Stefania Kaszuba Martedì 21

Ambra Pregnolato Venerdì 24

Francesca Fantoni Lunedì 27

Rosalia Garofalo Mercoledì 29

Fatima Zeeshan Giovedì 30

Rosalia Mifsud Venerdì 31

Monica Diliberto Venerdì 31

Speranza Ponti Venerdì 31

Laureta Zyberi Venerdì 31


Febbraio ➡️ 3 femminicidi 

Anna Sergeevina Marochkina Giovedì 6

Zdenka Krejcikova Sabato 15


Marzo ➡️ 5 femminicidi 

Larisa Smolyak Mercoledì 4

Barbara Rauch Martedì 10

Bruna Demaria Venerdì 13

Rossella Cavaliere Giovedì 19

Lorena Quaranta Martedì 31



Aprile ➡️ 4 femminicidi 

Gina Lorenza Rota Giovedì 2

Viviana Caglioni Lunedì 6

Maria Angela Corona Giovedì 16

Alessandra Cità Domenica 19


Maggio➡️ 6 femminicidi 

Marisa Pireddu Martedì 5

Zsuzsanna Majlat Venerdì 8

Maria Drabikova Venerdì 12

Mihaela Apostolides Venerdì 22

Gerarda Di Gregorio Sabato 23

Rubbio che ina Chirico Sabato 23


Giugno ➡️5 femminicidi 


Giuseppina Ponte Martedì 9

Cristina Messina Mercoledì 10

Paola Malavasi Domenica 14

Morena Designati Mercoledì 24

Elena Bressi Sabato 27


Luglio ➡️ 7 femminicidi 

Nunzia Compierchio Domenica 5

Anastasia Rossi Giovedì 16

Grazia Sicilia Venerdì 17

Manuela Alver Rabacchi Lunedì 20

Maria Adalgisa Nicolai Lunedì 27

Emanuela Urso venerdì 31


Agosto ➡️ 3 femminicidi

Caterina Di Stefano Giovedì 13

Sabrina Beccali Sabato 15

Francesca Galatro Lunedì 17


Settembre ➡️ 7 femminicidi 

Luana Rainone Venerdì 4

Maria Paola Gaglione venerdì 11

Claudia Corrieri giovedì 17

Maria Paola Lombardo domenica 20

Mariella Maurel martedì 22

Maria Masi sabato 26

Mina Safine domenica 27


Ottobre ➡️ 2 femminicidi 

Alessandra Perini giovedì 1

Vera Mudra lunedì 26


Novembre ➡️3 femminicidi

Barbara Gargano lunedì 9

Maria Tedesco mercoledì 11

Viktoriia Vovkotrub venerdi 13




Non è colpa mia. Voci di uomini che hanno ucciso le donne.  di Lucia Magionami e Vanna Ugolini edizioni Morlacchi 

Un testo che parla di femminicidio partendo da una serie di interviste a tre assassini per poi addentrarsi sui meccanismi che portano all'ultimo atto finale: il femminicidio usato dall'uomo per affermare il loro potere.

martedì 24 novembre 2020





25 Novembre 2020

Il 25 novembre non è una celebrazione ne tanto meno una ricorrenza ma una data per rinnovare il patto di alleanza contro ogni forma di violenza e discriminazione di genere., perchè la violenza riguarda ognuno di noi.





 

lunedì 23 novembre 2020



#25novembre2020





Il 17 dicembre 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione 54/134, dichiara il 25 novembre Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne in memoria del brutale assassinio, delle tre sorelle Mirabal. Patria, Minerva e María Teresa Mirabal, erano attiviste del “Movimento 14 giugno”, il gruppo politico clandestino dominicano che si opponeva alla dittatura di Rafael Leónidas Trujillo, uccise il 25 novembre del 1960.








mercoledì 11 novembre 2020

Un posto per te!



Zona Arancione!

I miei studi professionali ( Perugia e Firenze) resteranno aperti. 

Lavorerò anche in presenza e non solo in remoto rispettando le norme sanitarie e legali che garantiscono l'apertura degli studi psicologici (codice Ateco psicologi 869030).

La scelta è per me necessaria per dare ai miei pazienti un luogo sicuro dove portare le loro incertezze, le loro emozioni e le loro paure. Ma, anche per dare quello spiraglio a chi nel parziale confinamento vive un clima familiare di violenza e conflitto acutizzato dall'isolamento del covid 19. 

Ecco perchè avere uno "spazio per sè" dove raccontare e raccontarsi con un professionista in un percorso terapeutico è fondamentale.

martedì 10 novembre 2020

 Effetto Covid19 nelle nostri menti




E' la prima volta che il mondo affronta in modo trasversale un virus che ha rotto completamente tutti gli schemi e le abitudini, amplificando rabbia, paura e ansia. L'incertezza costante e le preoccupazioni per la propria salute e quella degli altri insieme ai problemi economici hanno fatto sperimentare a molte persone una destabilizzazione emotiva, portando nuovi dubbi e molte incertezze. Ma esiste anche una fetta di popolazione che nelle prescrizioni del Ministero della Salute e del Governo ha trovato una dimensione più confortevole, maggiormente affine al proprio carattere e al proprio funzionamento in rapporto con gli altri.

QUALI SONO LE PERSONE CHE VIVONO QUESTA SITUAZIONE CON MAGGIOR EQUILIBRIO PSICHICO? 

Le persone che hanno trovato un loro equilibrio e un adattamento funzionale in questo periodo sono tutti quei soggetti con le seguenti caratteristiche: 

IPOCONDRIACI vivono questo periodo in modo paradossale. Avendo le informazioni della pericolosità del virus da autorità competente si sentono meno minacciati  e l'isolamento gli riduce l'ansia da contatto.

OSSESSIVI COMPULSIVI (DOC) in questo periodo hanno hanno interrotto i loro rituali proprio a causa del confinamento che ha diminuito l'ansia.

FOBIA SOCIALE, la quarantena e le attuali restrizioni hanno portato anche in questi soggetti dei miglioramenti. Le persone che soffrono di fobia sociale si sentono libere di non evitare gli altri, di non creare relazioni e false immagini che un mondo senza covid gli richiedeva di fare.

CHI HA BASSA AUTOSTIMA perchè il periodo ha livellato tutto e tutti, non devono più fare confronti dai quali uscirebbero sicuramente sconfitti senza il confinamento.

CHI NON E' ASSERTIVO, la comunicazione tramite web ha messo quei limiti e quelle distanze dovute sopratutto alla comunicazione per via chat aumentando il tempo fra richieste e risposte in modo tale da calibrare le parole e lenire le frustrazioni. 


LE PERSONE CHE SI TROVANO IN MAGGIORE DIFFICOLTA' SI TROVANO A VIVERE:

DIPENDENZA DA INTERNET, il confinamento ha creato un potenziamento dell'uso dei social e della rete prendendo un grande spazio giornaliero, cambiando le abitudini e i ritmi della quotidianità.

DISTURBI DELL'ALIMENTAZIONE (DCA), con il covid19 si sono amplificati a causa della mancanza di quelle abitudini divenute certezze come il recarsi in palestra aumentando la solitudine che poi viene colmata con le abbuffate. Ricordiamoci tutti quanto abbiamo cucinato per il lockdown e quanto il cibo è consolotaario.

ABBANDONO AFFETTIVO: la paura della morte dei propri cari e rimanere da soli è un pensiero costante per molti. Questa paura colpisce in maggior numero le persone più fragili come i bambini e gli anziani che sentono di dipendere da altri non solo emotivamente.

PAURA PER IL FUTURO: la mancanza di certezze porta una assenza di progettualità che può scaturire in stati di ansia e depressione anche molto gravi.

INTIMATE PARTNER VIOLENCE (IPV). La violenza da partner nelle relazioni intime e in maggior numero verso le donne in questo periodo è aumentata. Vivere in casa con un partner violento porta la vittima costretta all'isolamento, imposto non solo da colui che le fa violenza, ma anche dalle norme di contrasto alla pandemia a sviluppare stati di agitazione, tristezza, destabilizzazione, ansia e depressione.


martedì 20 ottobre 2020

Come introdurre la Joy of Missing out







Ritornare alla noia, al non fare allo stare per ascoltarci e capire ciò che amiamo veramente e ciò che siamo.

La gioia di vivere non è proporzionale alle attività svolte ma alla qualità del tempo impiegato nello stare con noi stessi rispettando i propri tempi e i propri bisogni anche a scapito di inviti a feste meravigliose o ad eventi importanti.

Dobbiamo ritornare alle nostre priorità e non alla velocità della rete e delle apparenze: re-stare nel qui ed ora.

Ecco alcuni consigli da seguire:

1. Stare del tempo da soli.

2. Restare sconnessi dal web per un tempo determinato e deciso da voi.

3. Fare delle liste: una delle priorità, una dei bisogni, una dei desideri in modo tale da avere presenti le vostre bussole senza procrastinare.

4. Imparare a dire di no, scegliendo le cose da fare le occasioni a cui partecipare. Il fare ad ogni costo, il presiedere ad oltranza non da la felicità.

5. Rallentare, respirare e sorridere alle piccole gioie.

lunedì 5 ottobre 2020


FOMO e JOMO 

Due fenomeni nuovi che dobbiamo conoscere





➡️ Fear of Missing Out:
paura di perdersi una festa, un evento molto atteso, e tutte quelle occasioni che crediamo di dover partecipare per apparire.

Questa sensazione è alimentata dall’eccessivo uso dei social e ci fa paragonare la nostra vita a quella degli altri ritenendola peggiore.

Ci fa sentire inadeguati e tristi.

Tutto questo però si può arginare concentrandoci su di noi, sul nostro tempo sui nostri desideri.
Non scambiamo i nostri desideri e bisogni con quelli degli altri.


Fear of Missing out  è una paura che possiamo controllare: concentrandoci sul nostro presente e sui nostri bisogni.




➡️ Joy of missing out:
desiderio di perdersi qualcosa, di non partecipare ad una festa di non entrare in un social.

Il confronto sui social crea un sovraccarico emotivo perciò una buona parte dei giovani preferiscono vivere il mondo reale riacquisire i propri tempi e perciò rimanere in parte fuori della rete e dei social, usandoli con maggior consapevolezza.

sabato 3 ottobre 2020

Quotidiano LA NAZIONE del 2 Ottobre 2020



Dopo il dolorosissimo omicidio di Willy, accaduto tra la notte del 5 e del 6 settembre, ucciso di botte dai fratelli Bianchi fanatici di arti marziali e di farsi giustizia da soli, ho deciso di contattare Massimo Pici e chiedergli di prendere una posizione come presidente dell'Associazione Libertas Margot. Massimo sempre attento e disponibile ha portato nel Comune di Perugia una ottima iniziativa incaricandomi di creare una carte di responsabilità per promuovere la propria responsabilità dei propri agiti perchè le arti marziali non sono violenza fine a se stessa ma sono disciplina e sport. 

Presto vedrò la carta realizzata. 


Grazie Massimo

martedì 29 settembre 2020

Sfida autunnale 

Troviamo il tempo per giocare e prenderci cura di noi stessi.






• Fare la lista di nuovi libri da comprare

• Tirar fuori dall’armadio il plaid

• Guardare un film mangiando con pop corn seduti sul divano

• Cucinare un piatto dal sapore dell’autunno

•Bere una tisana

• Ascoltare il rumore della pioggia che cade

• Prendersi cura della casa addobbandola in tema autunnale

• Preparare una marmellata che poi verrà mangiata nei prossimi mesi

• Fare una passeggiata osservando il tramonto

• Fare un piccolo dono a se stessi

• Coltivare la serenità; con pensieri positivi e azioni solidali

• Accendere una candela profumata

• Praticare la gratitudine, sempre

sabato 22 agosto 2020

 


Ecco qua il Diario di Lettura- Libroterapia: parole lette emozioni raccontate. E' tutto a colori in ogni pagina si può tenere traccia del  "viaggio" tra le pagine dei libri. All'interno ci sono sfide di lettura, la book list personale da compilare percorsi di libroterapia e molto altro.



Questo diario diventerà il custode delle emozioni. Attraverso le schede e le domande a cui aiuterà chi lo compila a conoscere in profondità i messaggi colti tra le pagine lette. Sarà infine la memoria emozionale suscitata dal testo in quel preciso momento.



L'action book contiene due dei miei percorsi di Libroterapia intrapresi con i gruppi. Il filo rosso che unisce un romanzo all'altro indica il cammino preciso per affrontare diverse tematiche, Non ho svelato altro lasciando alla persona che lo userà la libertà di leggere, sentire, emozionarsi e riflettere durante il viaggio di lettura.


 


Lo scopo del Diario di Lettura è prendere delle decisioni e fare delle scelte (non tutto possiamo scrivere in questo quaderno) che ci consentiranno di avere a portata sia le informazioni riguardanti il libro sia le impressioni e le emozioni. Infatti in ogni romanzo c'è almeno una riga scritta per noi che stiamo leggendo.


  

sabato 1 agosto 2020

Riflessioni di una strana estate





Questa estate 2020 è una stagione piena di incertezze. Mi ritrovo in questo blog a parlare nuovamente delle mie emozioni, della mia fragilità, delle mie paure che ritrovo nei miei pazienti e nelle parole dei miei amici e delle mie amiche.

Il lockdown ci ha lasciato più fragili. Molti di noi sono più solitari, hanno bisogno di tempi diversi quelli in parte assaporati tra i dubbi e le paure del confinamento. C'è necessità di rispetto e tolleranza, che sembra però mancare in un mondo che vuole ora più che mai accelerare come per recuperare un tempo perso. 

E allora ecco il mio augurio: desidero per ognuno di noi una estate piena di amici, di tempi adatti e di parole gentili, quelle che ci fanno appartenere ad una umanità solidale.


giovedì 16 luglio 2020



Amarsi vuol dire stimarsi




La stima di sé è legata al modo in cui ciascuno vede, percepisce e giudica sé stesso; in pratica riguarda l’idea che ci facciamo di noi stessi e delle nostre capacità. Ognuno di noi forma il proprio concetto di sé sin da bambino; il tempo e le esperienze lo modificano durante la crescita. Quindi la stima di sé dipende anche molto dalle esperienze dell’infanzia e dalla fiducia nelle personali capacità che abbiamo acquisito nel tempo.

Amarsi significa avere un alto concetto di sé e credere, allo stesso tempo, nelle proprie capacità. Il concetto di sé si forma anche attraverso le opinioni esterne che funzionano come uno specchio nel quale ci vediamo riflessi; quindi spesso giudichiamo noi stessi in base a ciò che gli altri pensano di noi.


Chi ha una bassa autostima, e conseguentemente scarso amor proprio, non ha fiducia in sé stesso e teme costantemente di compiere azioni che posso essere giudicate negativamente dagli altri. Succede, così, che si ha una continua paura di sbagliare nell’esprimere i propri punti di vista o nel fare delle scelte temendo di non essere accettati. L’amore per sé stessi, al contrario, si manifesta quando, abbiamo costruito un’idea positiva della nostra personalità per cui non abbiamo paura di mostraci per quello che siamo.

La stima di sé ci aiuta ad affrontare al meglio tutte le circostanze in cui veniamo a contatto con gli altri come ad esempio un colloquio di lavoro oppure la conoscenza di nuove persone, perché in questi casi siamo consapevoli delle nostre capacità e non temiamo di essere giudicati negativamente; oppure, di fronte ad una critica, reagiamo in modo positivo avendo alla base una forte stima nei nostri confronti.

L’amore verso sé stessi, insomma, è il punto da cui dobbiamo partire per migliorare il rapporto con noi stessi e con gli altri e per affrontare tutti quei problemi che ci fanno sentire bloccati, insicuri e paurosi.

venerdì 26 giugno 2020


Cosa è la Ottimismo irrealistico?


È un errore (bias) cognitivo che ci impedisce di ricordare informazioni catastrofiche e indesiderate. Detto in parole semplici “so che questa cosa è pericolosa ma tanto a me non capiterà nulla di grave”.

Alla luce di quanto affermato sembrerebbe avere quindi una funzione adattiva: ci rende capaci di andare avanti anche di fronte ai pensieri spiacevoli, e ci protegge dall’ansia per il futuro.


giovedì 18 giugno 2020

Cosa è la serotonina e perché è così fondamentale?



La serotonina è una molecola che previene i disturbi psicologici. Infatti se è bassa potrebbe essere la causa di un tono dell’umore irascibile, maggiore ansia, scatti di rabbia e soprattutto alla depressione. Proprio per questo viene definita la molecola del BUON UMORE.

Il precursore della serotonina è l’amminoacido triptofano che si trova nelle proteine.


La serotonina viene prodotta nel sistema nervoso, principalmente nell’encefalo, ma anche da cellule dei bronchioli polmonari e nel canale digerente. Più del 90% della serotonina presente nel circolo ematico è contenuta nelle piastrine.

La serotonina bassa può innescare una maggiore sensibilità al freddo e può essere causa di:

Tono dell’umore basso
Apatia
Anedonia
Scarsa reattività dell’umore
Disturbi del sonno
Inclinazione a disturbi d’ansia
Pensiero ossessivo
Rimuginazione
Irritabilità
Insofferenza
Pessimismo

Infatti è dimostrato che l’alterazione significativa di questa molecola a livello del sistema nervoso centrale è riscontrata nei seguenti disturbi mentali:
depressione,
disturbo bipolare,
anoressia nervosa,
bulimia,
binge eating disorder,
disturbo da stress post traumatico,
ansia,
disturbo ossessivo compulsivo.

Per migliorare il tono dell’umore e aiutare il nostro organismo a produrre serotonina, possiamo curare l’alimentazione e il nostro stile di vita, oltre che rivolgersi al medico e ad uno psicoterapeuta.

Per quanto riguarda l’alimentazione è necessario ingerire alimenti contenenti triptofano come l’uovo (soprattutto nell’albume) le carni, il salmone e il cioccolato.

L’attività all’aria aperta il sole e la natura aiutano molto a produrre la molecola del buon umore. Incontrare gli amici socializzare fa bene perciò è fondamentale rimanere connessi in presenza e non in remoto.

La psicoterapia infine è un allenamento costante alla produzione di serotonina aiuta a trovare strategie per resistere agli urti giornalieri che la vita ci propone.


lunedì 1 giugno 2020


E' ora di ripartire!




Siamo in ripartenza...piano piano ciascuno con i propri tempi tornerà a vivere le relazioni fuori dal web e dalle mura domestiche. Questa occasione servirà per fare ordine nei nostri legami affettivi e trovare nuovi spazi per crearne dei nuovi.

Ecco le domande da porsi:

"Come mi fa sentire quella persona quando la incontro?"
"Come mi sento in relazione con lui/lei?"
"Mi ascolta quando parlo? Oppure parla sempre di se?"
"Si è fatta/o sentire in questo periodo di confinamento?"
"Mi chiede come sto? E se me lo chiede ascolta la risposta?"

Sono semplici domande ma sono i pilastri di ogni relazione di reciproco scambio di un dare-avere emotivo.
Se teniamo presente questo concetto cominceremo a mettere in ordine queste persone nel nostro spazio emotivo. Lo scambio, il confronto sono essenziali in ogni relazione funzionale, dove non ci sono non può esistere lealtà e affidabilità.



 

sabato 30 maggio 2020

LESSICO PER RICOMINCIARE 
è un progetto di ali&no editrice per sostenere il Banco Alimentare. SCARICA GRATUITAMENTE l'ebook cliccando qui:
www.alienoeditrice.net/uploadedCatalog/index.php?filename=Lessicoperricominciare.pdf

AIUTACI CONDIVIDENDO e DONANDO!

Il Banco Alimentare è un’associazione che promuove politiche a favore della lotta allo spreco alimentare e a sostegno della povertà ed esclusione sociale, collaborando con le istituzioni UE e nazionali per la raccolta e redistribuzione di generi di prima necessità agli ultimi della società.

LESSICO PER RICOMINCIARE è realizzato con le parole di: Alessandro Abbate, Daniel Abbruzzese, Daniela Albanese, Marco Barone, Tiziana Bartolini, Barbara Bracci, Aldo Capitini, Francesca Cencetti, Gigi Corsini, Valerio Corvisieri, Matilde Defrati, Beppe del Bartòla, Donatella Dominici, Furio Durando, Valentina Fortichiari, Patrizia Fortunati, Dario Gigli, Fabrizio Grillenzoni, Marco Jaccond, Lucia Magionami, Sandra Mariani, Anna Martano, Anna Martellotti, Roberto Mosi, Carmen Pellegrino, Roberta Perfetti, Romana Petri, Stefano Polidori, Mirco Porzi, Anna Rastello, Puma Valentina Scricciolo, Emanuela Sebastiani, Evaristo Seghetta Andreoli, Francesca Silvestri, Fabio Sironi, Maura Susanna, Paola Torniai, Ettore Zanca, Enzo Zevini, Renzo Zuccherini.




ECCO LE MIE TRE PAROLE







TEMPO 




Il tempo tanto desiderato e utile nella lontana quotidianità, scandita da lavoro e spostamenti, è arrivato così all’improvviso che ogni giorno è sempre più difficile da riempire. E’ un tempo ritmato dall’esigenza di restare immobili per combattere un nemico invisibile il covid19. E’ un tempo imposto che spesso non riusciamo a gestire e impiegare in tutte quelle cose rimandate che non hanno mai trovato spazio nelle nostre giornate.

Ho sempre chiesto un tempo per riflettere, progettare pensare e quando è arrivato non riesco a prenderne cura come dovrei, ma sarà lui che sicuramente si prenderà cura di me.

Infatti il tempo è stato riempito di cose da fare di tabelle di impegni che scandiscono le giornate non solo per dare un ritmo alla quotidianità ma per sedare i pensieri che in questo momento sono pieni di paura dell’ignoro, angoscia per l’incertezza di ciò che avverrà e di un cambiamento che non conosciamo e già stiamo vivendo.



CAMBIAMENTO 


Questa emergenze mondiale sta portando dei cambiamenti molto visibili: come le città svuotate, il silenzio che a volte inquieta e altri sottili cambiamenti come quelli relazionali che continuamente costruiamo per non sentirci soli. Una relazione diversa che non nasce dall’incontro con l’altro ma mediata da un computer o da un telefonino.

E’ cambiata anche la relazione con noi stessi oltre con il mondo esterno, c’è un nuovo spazio di sicurezza che rende ogni nostro comportamento anche uscire a fare la spesa un evento straordinario più lento e dilatato.

Il mio lavoro di terapeuta è cambiato, filtrato dal web. Entro nell’intimità della psiche direttamente a casa dei miei pazienti, e loro si narrano ed esprimono le loro emozioni attraverso la rete. Mi mancano i passi delle persone che venivano a raccontarsi nei miei studi, è cambiata l’attesa che precede il colloqui clinici. Tutto è cambiato, tutto cambierà e mentre lo stiamo pensando siamo già una modalità altra. 


R-Esistenza 


In questo momento di forte emergenza: sanitaria, economica e relazionale dovuta al Covid19 la parola che risuona nella mia giornata è R-esistenza. Parola fondamentale per questo periodo sospeso.

Oggi più che mai ognuno di noi è parte attiva, siamo chiamati a r-esistere, a rispettare le regole che possono darci la possibilità di non ammalarci e perciò esistere. Ci stiamo inventando di tutto per colmare le distanze necessarie per non farci sentire isolati ma restando soli. Resistere è la vera forza resistere perché restare a casa ora è fondamentale non solo per non metterci in pericolo ma per evitare che diventiamo noi il pericolo per gli altri.

Questa lotta da casa servirà a molti di noi a smorzare quell’ego narcisistico disfunzionale per una connessione umana che ci farà sentire partecipi di un tutto al di là della rete web perciò adesso R-esistiamo contro i pensieri negativi, contro l’ego, godendoci il tempo che ci curerà e cercando di progettare nuovi scenari da vivere.

giovedì 21 maggio 2020

Bullismo durante il confinamento

Cosa cambia?


In questo periodo di confinamento dovuto al Covid19 le scuole sono chiuse e i ragazzi costretti a casa hanno cambiato il loro modo di socializzare, ma le cattive abitudini e le prevaricazioni non si sono di certo fermate. 

Sicuramente si sono interrotti tutti quegli agiti di violenza che determinano il fenomeno del bullismo poiché viene a manca il contatto fisico tra i ragazzi mentre il cyberbllismo ha preso ancor più forza.

La mancanza di relazione fisica, tra il prevaricatore e la vittima, e il confinamento dovuto all'emergenza sanitaria ha portato dei cambiamenti nella dinamica sottostante al fenomeno. Gli spettatori del bullismo sempre presenti nella relazione disfunzionale di questo fenomeno ed  hanno in questo periodo acuito ancor più il senso di indifferenza a prendere parte ed intervenire per aiutare la  persona in difficoltà aumentando così quel muro di silenzio ed isolamento fertile per  la prevaricazione, gli insulti e le molestie.

In questi mesi, tutti noi professionisti, abbiamo evidenziato il nascere di nuove chat dove la vittima viene esclusa dalla conversazione oppure se viene inserita ogni volta che scrive o viene ignorata o derisa e incitata a tacere.

Il rischio di questa modalità è che il tempo la renda una pratica rafforzata che poi verrà riproposta anche alla fine dell'emergenza covid19.

Per poter arginare e riconoscere il cyberbullismo ogni adulto di riferimento deve cogliere i segnali che emergono dai ragazzi e aprire con loro una comunicare costante attenta e motivata da interessi e curiosità per un mondo a volte distante e dimenticato da chi ormai è adulto. E' necessario ricordare che il bullismo e il cyberbullismo esiste non solo per relazione tra la vittima, il bullo ma anche per la  presenza di spettatori. Proprio su questi si può agire rendendoli parte attiva responsabilizzandoli e lavorando sul senso civico e di solidarietà.

sabato 16 maggio 2020



Il web ci viene in aiuto

La tecnologia, in parte responsabile di una certa alienazione, oggi sicuramente ci sta aiutando a creare quei rapporti che se venissero a mancare porterebbero delle conseguenze alla nostra salute fisica oltre che psicologica. Infatti come gli studi dimostrano le persone completamente sole ed isolate sviluppano una serie di conseguenze a medio e lungo termine come l’ indebolimento del sistema immunitario e aumento della pressione sanguigna.



martedì 5 maggio 2020



Le RELAZIONI durante il COVID19

"Cyber-legami"




Da un giorno all’altro ci siamo trovati a dover ricercare modi per rimanere in contatto tra noi. Ciascuno, gettato di colpo nella condizione di solitudine all’interno delle mura domestiche, ha sentito forte il bisogno di stabilire in qualche modo il contatto con l’altro, perché l’altro è imprescindibile. Il web, strumento da molti amato e da altri demonizzato, è venuto in soccorso, ricreando su un altro piano quelle reti relazionali sulle quali si è abbattuto l’isolamento da pandemia, trasferendo solo in parte il mondo reale in un mondo virtuale.

Per la prima volta abbiamo sperimentato qualcosa di nuovo nelle relazioni con gli altri. Il lavoro per molte persone si è spostato in rete e ha permesso a numerose attività di non fermarsi del tutto, limitando gli spostamenti e lavorando in sicurezza da remoto.

La novità non è che siamo andati in rete alla ricerca di nuovi amici, questo lo facevamo già, ma ora abbiamo sentito l’impellente bisogno di consolidare i legami già esistenti, salvandoli, rilanciandoli. La voglia di ritrovarsi, a vedere un film insieme, di passare una serata tra amici e gustare un aperitivo con chi si ama, si è spostata in rete. In rete possiamo continuare a sentitirci parte di qualcosa, membri della nostra famiglia da cui siamo stati allontanati; ci è permesso di raggiungere un amico perduto nel quotidiano ma ritrovato ora, nel tempo del covid-19; possiamo confrontarci in video conferenza con un collega scoprendo in lui qualcosa di più, proprio grazie ai dialoghi cadenzati dallo strumento tecnologico, che non riescono a restare mai soltanto comunicazioni di lavoro, perché l’altro, non va dimenticato, è sempre e comunque nostro complice contro la solitudine; per non dire degli amori distanti, separati da confini regionali, linee tracciate che sembrano tornate a essere frontiere tra regni d’altri tempi. Com’è distante oggi, nella percezione, la Toscana dalla Lombardia, o semplicemente la Toscana dall’Umbria. Confini necessari, creati dalle esigenze di controllo sanitario, è evidente.

Si vive perciò la relazione affidandosi al traffico di parole scritte, enunciate, e alle immagini trasmesse per via telematica. Ma i corpi sono distanti, dolorosamente distanziati. 

Stare da soli, senza lo sguardo dei nostri simili, privati delle interazioni, impossibilitati a misurarci con l’umanità del prossimo, sottratti al confronto, costretti al monologo silente senza una risposta, fosse anche di contrarietà, senza un abbraccio affettuoso, anche solamente mimato in videoconferenza; senza tutto questo noi ci ammaliamo, sia fisicamente sia mentalmente, poiché l’essere umano è “animale sociale” per eccellenza, e i legami ci aiutano a vivere, costituiscono letteralmente la nostra Vita.

Eccoci dunque a escogitare ogni sistema cyber per continuare a scambiare tutta l’umanità di cui siamo capaci e di cui abbiamo profondamente bisogno. Un emoticon inviato al momento giusto può essere un dono prezioso; un bacio schioccato verso l’obbiettivo e spedito attraverso la rete è tenerezza che consola e promette nuovi abbracci e nuovi baci, oltre il muro di questa storia.

martedì 21 aprile 2020

Riflessioni (dopo 40 giorni )di una psicoterapeuta in confinamento



Dopo più di un mese dalle mie prime riflessioni sui sentimenti e le emozioni che vivo e viviamo durante questo periodo di lokdown torno a scrivere affidandomi alle parole di un grande scrittore che ci ha lasciato pochi giorni fa, portato via dal covid-19. Scrive Luis Sepúlveda: 

“Nella tua vita avrai molti motivi per essere felice, uno di questi si chiama acqua, un altro ancora si chiama vento, un altro ancora si chiama sole e arriva sempre come una ricompensa dopo la pioggia.”

La nostra vita è cambiata improvvisamente a causa di un nemico invisibile ma molto forte. Da un giorno all'altro i ritmi, il tempo e la vita quotidiana si sono fermati! Siamo sospesi in un "tempo altro", in pausa.

Tutto il mondo umano si è fermato, ci siamo trovati spettatori e non più protagonisti spogliati dal nostro ruolo. Il covid-19 ci ha messo difronte alla nostra fragilità, alla nostra umanità da noi spesso dimenticata, nel desiderio di onnipotenza. Abbiamo capito che non possiamo fare tutto e sopratutto non possiamo fare da soli, ma insieme agli altri possiamo fare molto. Si è riscoperta la solidarietà più minuta nei gesti concreti verso gli altri, senza clamore e telecamere: il tendere la mano al vicino di casa fino a giorni fa mai nemmeno salutato.

L'ordinaria quotidianità, ritenuta banale, è diventata l'evento eccezionale come il semplice atto di uscire per fare la spesa. Nelle prime settimane di confinamento ognuno di noi ha agito come ha potuto, ma ha agito: cucinato, panificato (abbiamo perfino imparato a fare i lievitino, quello sconosciuto); ci siamo dedicati alle pulizie profonde della casa, al riordino di cassetti dimenticati ma adesso, superati i 40 giorni sono subentrate la stanchezza, la noia, l'ansia e domina la preoccupazione per il futuro.

Il presente è sempre più difficile da vivere ognuno di noi lascia più spazio alla rabbia incolpando gli altri, cercando soluzioni a volte poco realizzabili ma credendo di poter cambiare tutto e subito perché in questo confinamento nessuno di noi sta più bene. Non dobbiamo cadere in questa trappola di escalation di insofferenza e violenza ma cercare di vivere il presente e porre davanti a noi dei piccoli obbiettivi giornalieri che diano senso alla giornata, che resta pur sempre tempo da vivere pienamente. Dobbiamo coltivare un piccolo orto (per chi ha terra o terrazza) o tornare a cucinare, non perché il cibo è consolatorio ma perché in un momento in cui sentiamo la necessità di controllo e di trasformazione veder crescere una piantina, lievitare il pane o cuocere un dolce ci dà il ritmo del tempo e l'idea che possiamo essere una presenza attiva nel cambiamento, ritrovando così quel ruolo ormai lontano della nostra vita prima del covid-19.

Usiamo questo "tempo di pausa" rispettando il nostro sentire senza riempirlo se non lo sentiamo necessario, libere e liberi dai sensi di colpa, se non riusciamo a fare. Ascoltiamo il nostro ritmo interiore come risorsa per prepararci alla ripartenza che non sarà sicuramente facile ma ci farà amare quelle piccole cose che prima non guardavamo più con gli occhi dello straordinario come un caffè al bar.





Torneremo a prendere il caffè al bar . E sarà BELLISSIMO!!!

domenica 19 aprile 2020


Violenza domestica durante il lockdown
Riflessioni

Il confinamento nelle proprie case rende i rapporti tra le coppie dove esistono dinamiche di violenza ancora più difficili. 
Mentre nei primi giorni di lockdown i centri antiviolenza hanno evidenziato un calo del 55% di richieste di aiuto ora i dati sono notevolmente aumentati: il 75% in più. 
Questo fenomeno non è solo dovuto ai numeri nascosti, ossia ci sono stati casi di violenza all'interno del nucleo familiare ma non le richieste di aiuto, poiché la vittima ha pensato di poter gestire la situazione, giustificando ciò che giustificabile non è. 
Oppure la donna non è riuscita a chiamare il 1522 per via del controllo eccessivo da parte del partner. 

Credo però che ci sia da fare una nuova riflessione, dovuta al momento che stiamo vivendo, un momento nuovo per tutti noi. 
Il lockdown nei primi giorni ha creato nella mente del partner che agisce violenza una specie di “realtà altra“ dove lui aveva il massimo del controllo sulla partner. Potrei definire questo vissuto emotivo come "una vacanza" da tensioni intime, tra controllo e paura di perdere il controllo, che causa in queste persone quella rabbia che nasconde una frustrazione e un dolore impossibile da gestire. 
Poi con il passare dei giorni (ormai più di 40), i meccanismi della violenza come ci insegna la E. Walker nel ciclo della violenza (1959) sono cambiati la tensione è risalita e senza una reale giustificazione gli scoppi di violenza sono arrivati. 
Ora più che mai ogni figura professionale sanitaria, oltre i centri antiviolenza che non si sono mai fermati  in questo periodo, deve essere in grado di conoscere e riconoscere ogni piccolo segnale che arriva da parte della vittima per intervenire precocemente in modo competente e concreto.




domenica 22 marzo 2020

Coppie in crisi durante il covid19

Il corona virus ha costretto tutti a rimanere in casa, anche a quelle coppie che avevano deciso di separarsi, sospendendo così il tempo e la decisione già per se stessa non facile. E' sempre doloroso lasciare una storia affettiva anche se l'amore non c'è più.
Oggi le case sono piccole, con spazi minimi e costringono a vivere senza privacy e questo rende tutto più difficile, fino a far esplodere momenti di vera e propria intolleranza e aggressività anche in soggetti non ritenuti violenti.

Ecco qui dei piccoli consigli che possono aiutare a vivere queste convivenze ormai arrivate al capolinea.

1. Ricordare le caratteristiche positive del partner che ti hanno fatto innamorare e poi decidere di creare un progetto di vita insieme, osservare se ci sono ancora o cercare di riscoprirle.

2. Elencare su un foglio le diversità di vedute, di comportamenti e scrivere accanto come in questi anni insieme siete venuti ad un compromesso. Ce l'avete fatta allora ce la farete anche in questo momento di temporanea emergenza.

3. Evitate le liti, anche dichiarando al partner che non volete scendere in un conflitto e approfittate di questo moto interiore di rabbia per andare a buttare la spazzatura o chiudervi in bagno. 
La stanza da bagno può essere una risorsa anche per chi vive in un open space ha la porta e simbolicamente chiude il mondo fuori. Quel mondo doloroso costituito dalla pandemia e dalla convivenza forzata.

4. Ricordare che all'interno delle famiglie in procinto di separarsi possono esserci tre scenari possibili:
a) uno dei due partner sarà contento di questa convivenza forzata che allunga il matrimonio;
b) uno dei due partner vive un disagio profondo, una frustrazione e una sensazione di soffocamento;
c) entrambi non si tollerano più.  
Non per questo devi lasciare spazio alla rabbia (ricorda che il leone in gabbia diventa violento) ma canalizzare le emozioni per non ritrovarti poi a pentirti di come hai agito. Il ricordo rimane anche dopo l'emergenza Covid19.

5. Se in casa ci sono dei figli (qualsiasi età) rammenta che ti osservano e ti prendono come guida. Questo pensiero può aiutare a comportarti con tolleranza verso l'altro partner. 

6. Fate attività separate, sia con i figli, sia in casa come ad esempio cucinare e pulire. Fidatevi di cosa fa il partner e non lanciate critiche feroci esasperate dal momento che in questo contesto rischiano di innescare liti violente.

7. La parola d'ordine è rispetto e sospensione del tempo fino alla fine dell'emergenza.






mercoledì 18 marzo 2020

Riflessioni di una psicoterapeuta ai tempi del covid19



In questo periodo di isolamento e grande emergenza, causata da un nemico invisibile per questo ancor più pericoloso il mio lavoro si è trasformato. 
Ho privilegiato i colloqui terapeutici in smart working perché ora più che mai è importante "ESSERCI". E' essenziale stare accanto a quelle persone che si sono affidate a me e hanno deciso di fare un cambiamento evolutivo, quelle che hanno deciso di di risolvere i loro problemi, attivare le proprie risorse e raggiungere i loro obiettivi. 
"Ci sono" perché "esserci" è la cosa più importante in un momento di grande confusione. 
Mi piace pensare che ogni persona è come un vascello, può fare lunghi viaggi, attraversare tempeste ma deve avere sempre un porto sicuro dove tornare.
Il porto per tanti, e per tanto tempo, è stato il mio studio; e lo è stato anche per me.
Mi manca sentire e riconoscere i miei pazienti dal rumore dei passi, guardare la sveglia e osservare i minuti di ritardo, andare in sala di attesa è trovare le persone (piccole cose che per me fanno già parte della terapia), vedere i sorrisi, sentire i saluti poi le storie, le emozioni, le sensazioni, quel pezzettino di sé che ogni volta viene messo in gioco e regalato in quello spazio fisico che è lo studio.




I colloqui continuano, il pezzettino arriva tramite web, i sorrisi ci sono come i saluti, ma manca i "rumore" dei passi, quelli che caratterizzano ognuno di noi, quelli che ascolto prima di ascoltare le parole. 

Sono certa che torneranno, sono certa che il mio porto sicuro si riaprirà e sarà bello rivedere ognuno al di la del web.

Per adesso penso che siamo tutti in viaggio in un mare tempestoso con onde alte e vento forte, ma come la natura insegna: finirà, e ritroveremo la strada di un nuovo equilibrio.

Buon viaggio a tutti e tutte noi.

domenica 8 marzo 2020


8 MARZO 2020

L'8 e il 9 marzo in tutto il mondo per il quarto anno di fila ogni persona potrà far parte della marea che contrasta la violenza alle donne,
Per questo è stato pensato un vademecum per chi fisicamente non sarà in piazza.

L’8 E IL 9 MARZO, PER STRADA, A LAVORO, IN CASA...mettiamo qualcosa di fucsia, una maglietta, un particolare, per fare dire al mondo “L’otto tutto l’anno!

PRATICHE DI LOTTA CONDIVISA
Nelle città italiane, alle ore 16.00 di DOMENICA 8 marzo, per chi sarà in casa dovrà affacciati alla finestra o alla porta, urlando, fischiando facendo rumore per 5 minuti con pentole, padelle o qualsiasi altro strumento del lavoro domestico e di cura.
Perchè solo insieme si può cambiare.#lottotuttolanno #nudm
#8m






Un corto per capire!




Foto scattate al Museo Frida Kahlo


Foto scattate al Museo Frida Kahlo

Foto scattate al Museo Frida Kahlo


Nel mondo hanno aderito:

Alliance Of Internationalist Feminists – Berlín
Asociación Latinoamericana de Medicina Social – Ecuador
Colectivo Berta Cáceres – Cuba
Colectiva Tejiéndonos Mujeres – Venezuela
Coordinadora Feminista 8M, Chile
Disidentes Violeta – Ecuador
Encuentro de Organizaciones, Córdoba – Argentina
Feministas Abya Yala
Feminismo Comunitario Antipatriarcal Qullasuyu – Bolivia
Feministischer Streik Leipzig – Alemania
Frauen*kampftagbündnis – Alemania
Frauen*streik Berlin – Alemania
International Women Strike- EE.UU.
Movimiento de Mujeres de Kurdistán
Mujeres por el cambio – Ecuador
LevFem – Bulgaria
Negrocentricxs – Chile
NiUnaMenos Argentina
Non Una Di Meno – Italia
Nómadas Comunicación Feminista, Puel Mapu – Argentina
Pañuelos en Rebeldía
Portal Catarinas
Red Lesbofeminista RM, Chile
Ruda Colectiva Feminista – Ecuador
Secretaría de Mujeres Migrantes – Chile
Serendipia Sobre ruedas- cicloviajeras
Territorios de Libertad – Ecuador
Toutes en Grève 31 – Toulouse – France
Juntas y revueltas, Las Cabras.Chile
Feministas con Voz de Maiz- México
Espacio Juliana – Paraguay
Rebeldes del Sur – Paraguay
Organización de indígenas urbanos – Paraguay
Asociación de mujeres artesanas nivacchei – Paraguay