giovedì 8 marzo 2018

8 Marzo 2018


Tratto dal testo "Non è colpa mia. Voci di uomini che hanno ucciso le donne".


CHI E’ RESPONSABILE DELLA VIOLENZA?

L’atto di violenza è sempre e unicamente ascrivibile a chi lo compie, ed è sempre frutto di una scelta. Qualsiasi tentativo di attribuzione di responsabilità dell’atto alla vittima o di sua corresponsabilità per provocazione è fuori da qualsiasi ragione per il fatto elementare che l’uomo abusante ha la possibilità di non compiere la violenza, conoscendone la gravità.


Ciò nonostante, molto di frequente l’abusante crede di non poter agire diversamente o non conosce altro modo per relazionarsi alla vittima per far tacere il bisogno di mantenere il controllo. Chi lavora con le vittime o gli autori di violenza deve sempre prendere una posizione netta. Un atteggiamento neutrale davanti agli abusi conferisce legittimità agli atti stessi, invalidando qualsiasi percorso di recupero del maltrattante. Il presupposto di base su cui operare è quello di tener ben distinta la disponibilità all’ascolto dall’assenza di giudizio. Il giudizio negativo, netto dev’essere accompagnato dalla descrizione della violenza non tanto come“conflitto di coppia” o come interazione tipica della relazione sentimentale ma come sbilanciamento di potere in cui il predominio di uno si fonda sulla sofferenza dell’altra. Perciò, fin dai primi colloqui l’operatore deve assegnare la responsabilità della violenza senza tentennamenti e indicare il problema nell’autoregolazione dell’uomo maltrattante.

venerdì 2 marzo 2018



I volti della violenza. Potere, ricatto, discriminazione

Martedi 6 Marzo 2018 aula Salzano.
Dipartimento Scienze Politiche