giovedì 26 marzo 2015

Margot Net, il primo centro di ascolto in Umbria

26/03/2015

Il progetto Margot Net si rivolge agli autori di maltrattamenti che vogliono dire basta ai propri comportamenti violenti. È un’idea del centro Margot, una rete di professionisti nata nel 2013





PERUGIA - È stato presentato nel mese di febbraio all'Università per Stranieri di Perugia Margot Net, il primo centro di ascolto in Umbria per autori di maltrattamenti, da un progetto dell'associazione Margot che si occupa di violenza di genere. Il centro si propone di essere un punto di riferimento per gli uomini che vogliono dire basta ai loro comportamenti violenti e attuare un cambiamento sostanziale nelle relazioni affettive con la partner e con i figli. Obiettivo del progetto Margot Net è l'educazione alla risoluzione non violenta dei conflitti interpersonali.
Giovanni Paciullo, magnifico rettore dell'Università per Stranieri di Perugia ha sottolineato nel corso della presentazione: «Con questo incontro continua la nostra proficua collaborazione con le forze dell'ordine e con le associazioni più attive sul territorio sul tema della tutela dei diritti. Abbiamo ospitato nei mesi scorsi i corsi di formazione organizzati da Margot e dall'associazione Prometheus rivolti alle forze dell'ordine, ora questa nuova iniziativa che è un passo avanti nella strada della prevenzione e della difesa delle vittime di violenza. Non possiamo che essere orgogliosi di dare il nostro contributo in questa direzione».
Presidente dell'associazione Margot è Vanna Ugolini: «Margot Net è un servizio che noi, come associazione Margot, ci sentiamo di offrire, anche se sentiamo tutta la responsabilità nel fare questo passo. Dal 2013 l'associazione si occupa di violenza di genere, è composta da professionisti che declinano le loro competenze in favore del sociale. Coloro che fanno parte di Margot vengono da esperienze e percorsi di vita molto diversi, ma che, in qualche modo, hanno avuto a che fare con la violenza di genere. Tutti siamo accomunati dalla consapevolezza che è il momento di superare la fase dell'allarme, della contabilità delle vittime, per cominciare a fare, a impegnarsi concretamente in prima persona. Una parte di noi, in queste ore, sta portando avanti al ministero dell'Interno Open Minds, un corso teorico pratico di difesa personale, rivolto alle forze dell'ordine. Noi vogliamo offrire un nuovo servizio sul territorio. Gli studi fatti sugli autori di violenze hanno stabilito che solo il due per cento degli uomini violenti ha problemi psichici. L'altro 98 per cento è composto da persone in grado di intendere e di volere. Persone che, quindi, decidono di essere violente. Noi crediamo che si possa scegliere di non essere persone violente. E che questa sia un percorso importante nella direzione della prevenzione. Noi ci mettiamo in gioco, speriamo che anche gli uomini autori di maltrattamenti lo facciano».
Gli incontri avverranno in una sede messa a disposizione dalla Libertas, il cui indirizzo viene tenuto riservato per tutelare la privacy di chi vorrà accedere al centro e verrà comunicato solo ai diretti interessati.
Per la richiesta di ammissione al centro si può mandare una mail attraverso il sito www.margotproject.org o chiamare o lasciare un sms al numero 3711810710. È importante lasciare sempre un recapito telefonico per essere richiamati. Non si accettano adesioni solo attraverso richiesta via mail.
A spiegare come verrà gestito il centro è Lucia Magionami, psicologa: «Il centro verrà gestito in questo modo: si terranno almeno due incontri singoli dove si cercherà di capire le reali motivazioni del soggetto al cambiamento e valutare la pericolosità della violenza. Il secondo passo sarà il contatto con il partner per cercare di capire la storia anche dal punto della vittima e avere maggiori dinamiche sulla violenza. Dopo questo passaggio l'utente entrerà a far parte di un gruppo e questo lavoro sarà il più lungo, prevediamo la durata di almeno un anno. Il gruppo sarà guidato da una terapeuta e da un avvocato. Ci atteniamo alle metodologia già in atto, che prevede la presenza di un uomo e una donna proprio per bilanciare il maschile e il femminile che non sta in equilibrio all'interno dell'utente. Lavoreremo poi sull'attribuzione dei propri comportamenti, il riconoscimento della violenza e sull'acquisizione di nuovi comportamenti di reazione allo stato di frustrazione e inadeguatezza che spesso fanno scattare comportamenti violenti. Tutto questo avrà sia risvolti psicologici ma anche aspetti giuridici poiché l'avvocato apporterà informazioni e conoscenze su ciò che è socialmente e giuridicamente accettabili e no».
fra le figure professionali che spiccano c'è quella di Emanuele Florindi, avvocato: «Il ruolo di un avvocato all'interno di un progetto di questo genere ha la duplice esigenza di fornire indicazioni precise e chiare sui percorsi da seguire per ottenere la massima tutela e individuare le soluzioni in grado di disinnescare aggressività e violenza fornendo soluzioni legali alle principali problematiche che incontrano le coppie in crisi. Inoltre si rivela fondamentale far riflettere gli utenti sulle conseguenze giuridiche di comportamenti ed azioni che spesso vengono considerate normali o accettabili mentre possono trovare sanzione nel nostro ordinamento».
Per info www.margotproject.org oppure 3711810710.

Fonte: frescodiweb

venerdì 13 marzo 2015

Sii TE STESSA

Non lasciarti dire come devi essere...SII TE STESSA




Giornata Nazionale Fiocchetto Lilla sui Disturbi del Comportamento Alimentare
insieme 
all'associazione Il Bucaneve




Appuntamento Convegno de Il Bucaneve ore 9.00 a Castiglione del Lago (Pg)

Ore 12.00-12.30 "Risultati della prima ricerca dell'associazione Il Bucaneve: la correlazione tra DCA e Violenza del genere" A cura della psicologa-psicoterapeuta Lucia Magionami  









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La dipendenza da sostanze stupefacenti raffigurata nel video

 

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The gift: l`amore spiegato senza parole

Quante parole servono per raccontare una storia d’amore? 


Julio Pot in "The Gift" (corto d'animazione pluripremiato) non ne usa nemmeno una, eppure con semplici tratti, in un video delicato, sospeso tra conquista e perdita, dolcezza e malinconia, 
racconta cosa succede quando ci innamoriamo. Per davvero. 

Buona visione!

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venerdì 6 marzo 2015

La Schizofrenia

La schizofrenia è una forma di malattia psichiatrica caratterizzata, secondo le convenzioni scientifiche, da un decorso superiore ai sei mesi (tendenzialmente cronica o recidivante), dalla persistenza di sintomi di alterazione del pensiero, del comportamento e dell'emozione, con una gravità tale da limitare le normali attività della persona. (fonte: wikipedia)

Il termine schizofrenia (letteralmente significa “frattura della mente” o “mente divisa”), fu introdotto da Bleuler (1908) per sostituire quello di “dementia praecox” (= demenza precoce) di Kraepelin (1896).
Colpisce circa 1 persona su 100 in tutto il mondo e, anche se presenta una serie di sintomi riconoscibili, la sua gravità varia da individuo a individuo.
La schizofrenia ha solitamente un esordio precoce e si manifesta, in genere per la prima volta nei giovani tra i 16 ed i 30 anni (negli uomini più precocemente che nelle donne), che non necessariamente hanno avuto difficoltà problemi psicologici nell’infanzia e nell’adolescenza o sono affetti da un qualsiasi ritardo mentale, anzi, spesso sono intellettivamente molto dotati. L’esordio può essere graduale o repentino; frequentemente coincide con un periodo di stress, anche se non grave. Spesso, questi giovani sono tesi, non riescono a concentrarsi e a dormire; il loro comportamento diventa strano, possono esprimersi in modo insensato ed avere percezioni anomale ed idee deliranti. Così ha inizio la psicosi, che può anche alternare periodi acuti, con altri di remissione.

“Poli sintomatologici” della schizofrenia

La schizofrenia è una sindrome (dal greco “sin” e “dromos”, che significa “insieme di sintomi che concorrono a formare una malattia”) connotata, secondo la tradizione psichiatrica di cui Bleuler fu il progenitore, da “sintomi positivi” e “sintomi negativi”.
SINTOMI POSITIVI 
I sintomi positivi sono quelle manifestazioni che il malato ha in più rispetto all’individuo sano, ovvero:
  • Allucinazioni (dal latino allucinare, abbagliare): sono percezioni che esistono solo nella mente del paziente. Pur potendo interessare tutti i sensi (udito, vista, tatto, gusto ed olfatto), la forma più frequente è data dall’udire delle voci. Le voci possono conversare con lui, avvertirlo di eventuali minacce o impartirgli degli ordini.
  • Deliri (dal latino de-lirare, uscire dal confine) sono convinzioni personali irrazionali ed erronee, che pur non avendo nessun riscontro oggettivo ed evidente, vengono strenuamente sostenute dal paziente. Le convinzioni deliranti, possono essere di vario tipo: avere poteri particolari o talenti speciali come controllare terremoti o essere in comunicazione con Dio, o ancora essere oggetto di azioni malvagie e persecutorie da parte di familiari o conoscenti.
  • Pensiero disorganizzato: i pensieri più intimi, i sentimenti, sono spesso vissuti come condivisi o conosciuti dalle altre persone. I pensieri, sembrano non avere nessi logici e il discorso della persona può essere difficile da seguire per la rapidità con cui il paziente passa da un concetto ad un altro o da un soggetto ad un altro. La terminologia e la sintassi possono essere bizzarre e possedere un senso solo per chi parla. A volte le persone pensano che i loro pensieri siano trasmessi, rubati, controllati o influenzati da agenti esterni (demoni, extraterrestri)
  • Dissociazione del pensiero: distorsione della forma del pensiero come la tendenza a costruire frasi incomprensibili, ad inventare parole inesistenti, a passare in continuazione da un argomento all’altro. In sostanza, l’individuo tende a manifestare delle idee sconnesse.
Comportamento bizzarro: che si manifesta con un comportamento stravagante o aggressivo nei confronti di situazioni che il malato non riesce ad affrontare in altro modo. Alcune volte il paziente schizofrenico, assume posture strambe, trasgredisce le regole della convivenza sociale (si denuda in pubblico) o manifesta comportamenti incongruenti con la situazione (ride ad un funerale).



SINTOMI NEGATIVI
Sono quelli più insidiosi, quelli che si insinuano silenziosamente, impoverendo progressivamente la vita del paziente, togliendo l’impalcatura alla sua esistenza.

Quindi è preferibile parlare, più che di sintomi, di perdita di sentimenti ed emozioni, perché il malato non reagisce ad eventi che dovrebbero scuoterlo e non prova emozioni che altre persone in determinate circostanze proverebbero.

In sintesi, lo schizofrenico manifesta:
 
  • Perdita di slancio vitale, comportamento abulico (privo di volontà), senza iniziativa, perdita di energie interiori: la mancanza di interesse per la vita, per il lavoro o le attività ricreative, si manifestano nell’inattività completa che porta il paziente a trascorrere giorni interi senza fare niente ed addirittura trascurando la propria igiene o alimentazione.
  • Massiccia restrizione degli interessi e delle attività
  • Diminuzione rapporti sociali
  • Isolamento/Ritiro sociale: si riferisce ai problemi nell’allacciare e mantenere amicizie, coloro che soffrono di schizofrenia possono avere poche relazioni intime ed avere contatti superficiali e sporadici con il prossimo. Nei casi estremi possono chiudersi totalmente alla vita sociale
  • Scarsa concentrazione
  • Apatia: totale stato di indifferenza e disinteresse nei confronti di qualsiasi tipo di stimolo
  • Appiattimento emotivo (mancanza di emozioni): spesso, i pazienti con schizofrenia non riescono ad esprimere emozioni e possono non avere nessuna reazione in presenza di eventi tristi o felici oppure possono reagire in maniera non appropriata. La fissità della mimica facciale e la monotonia dell’eloquio sono alcune manifestazione di questo appiattimento.
  • Povertà del pensiero: il pensiero è poco ricco e male articolato, la povertà espressiva delle frasi brevi, delle risposte a monosillabi, dei silenzi interminabili, testimoniano questa difficoltà. Può verificarsi anche che lo schizofrenico parli liberamente usando parole convenzionali che, combinate tra loro, non conferiscono significato al discorso (insalata di parole).

Accade spesso che in un individuo, tutti questi sintomi, non si presentino contemporaneamente. 
Una sindrome schizofrenica infatti, può essere caratterizzata anche da soli sintomi negativi e, spesso, in assenza di elementi palesemente disturbanti, come possono essere le manifestazioni comportamentali dei sintomi positivi, accade che quelli che sono segnali allarmanti, passino inosservati o banalmente additati come indici di esasperata introversione.


CAUSE
  • Gli psicologi e gli psichiatri sono ormai concordi nell'attribuire la causa di questo disturbo a un complesso mix di fattori genetico - biologico – psicologici   
  • Un aumento della produzione della dopamina sembra giocare un ruolo chiave nell'eziologia di questa sindrome (vedi più avanti).
  • Non sono da sottovalutare le esperienze soggettive e il contesto familiare in cui il paziente affetto da schizofrenia viene allevato e in cui vive, poiché è dimostrato che l'ambiente è determinante nello sviluppo della malattia. 


TERAPIA

La terapia della schizofrenia è uno dei problemi principali che si trova ad affrontare la psichiatria contemporanea. Quasi 50 anni di progresso farmacologico hanno reso la malattia quasi sempre “curabile” ma certamente non ancora “guaribile”.  


Approccio Farmaceutico:
La classe di psicofarmaci utilizzati per il trattamento delle psicosi sono definiti con il termine neurolettico (o antipsicotico).  

Approccio psicologico:

Un importante aspetto della terapia sta nel poter parlare con qualcuno. Il metodo esatto potrebbe variare per soddisfare le esigenze individuali del paziente e la fase dell'episodio psicotico. 

Assistenza di carattere pratico:La terapia può anche coinvolgere assistenza nello svolgimento delle mansioni della vita quotidiana come ad esempio ritornare a scuola o al lavoro, organizzare un alloggio o procurarsi delle finanze.

Il ricovero ospedaliero:
Le persone che soffrono di psicosi possono per la maggior parte vivere a casa con parenti ed amici purché vengano seguite regolarmente da professionisti specializzati della salute mentale. I giovani che soffrono per la prima volta di un episodio psicotico, se possibile, dovrebbero essere curati a domicilio per ridurre al minimo i disagi e l'angoscia.

La guarigione
I tempi della guarigione variano da una persona all'altra. Alcuni si rimettono velocemente con minimo intervento, mentre altri hanno bisogno di supporto più a lungo. Per rimettersi dal primo episodio psicotico di solito ci vogliono parecchi mesi di tempo. Se i sintomi continuano oppure ritornano un'altra volta il processo di ricupero potrebbe durare più a lungo. Alcuni vanno incontro ad un periodo difficile che potrebbe durare mesi o anche anni prima che le cose effettivamente si normalizzino. 
L'importante è tener presente che la psicosi è una malattia curabile.


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web 
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I bambini che assistono ad un atto di violenza lo subiscono




Questo video è frutto della consultazione di un gruppo di ragazzi e ragazze di Roma, coinvolti da Save the Children e dal Garante dell'Infanzia, sul tema della violenza alle madri a cui sono costretti ad assistere.

L'iniziativa si inserisce nel quadro del Progetto europeo Daphne III (Minori vittime di violenza assistita di genere in ambito domestico. Analisi dell'efficienza del sistema di protezione).