sabato 30 maggio 2020

LESSICO PER RICOMINCIARE 
è un progetto di ali&no editrice per sostenere il Banco Alimentare. SCARICA GRATUITAMENTE l'ebook cliccando qui:
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Il Banco Alimentare è un’associazione che promuove politiche a favore della lotta allo spreco alimentare e a sostegno della povertà ed esclusione sociale, collaborando con le istituzioni UE e nazionali per la raccolta e redistribuzione di generi di prima necessità agli ultimi della società.

LESSICO PER RICOMINCIARE è realizzato con le parole di: Alessandro Abbate, Daniel Abbruzzese, Daniela Albanese, Marco Barone, Tiziana Bartolini, Barbara Bracci, Aldo Capitini, Francesca Cencetti, Gigi Corsini, Valerio Corvisieri, Matilde Defrati, Beppe del Bartòla, Donatella Dominici, Furio Durando, Valentina Fortichiari, Patrizia Fortunati, Dario Gigli, Fabrizio Grillenzoni, Marco Jaccond, Lucia Magionami, Sandra Mariani, Anna Martano, Anna Martellotti, Roberto Mosi, Carmen Pellegrino, Roberta Perfetti, Romana Petri, Stefano Polidori, Mirco Porzi, Anna Rastello, Puma Valentina Scricciolo, Emanuela Sebastiani, Evaristo Seghetta Andreoli, Francesca Silvestri, Fabio Sironi, Maura Susanna, Paola Torniai, Ettore Zanca, Enzo Zevini, Renzo Zuccherini.




ECCO LE MIE TRE PAROLE







TEMPO 




Il tempo tanto desiderato e utile nella lontana quotidianità, scandita da lavoro e spostamenti, è arrivato così all’improvviso che ogni giorno è sempre più difficile da riempire. E’ un tempo ritmato dall’esigenza di restare immobili per combattere un nemico invisibile il covid19. E’ un tempo imposto che spesso non riusciamo a gestire e impiegare in tutte quelle cose rimandate che non hanno mai trovato spazio nelle nostre giornate.

Ho sempre chiesto un tempo per riflettere, progettare pensare e quando è arrivato non riesco a prenderne cura come dovrei, ma sarà lui che sicuramente si prenderà cura di me.

Infatti il tempo è stato riempito di cose da fare di tabelle di impegni che scandiscono le giornate non solo per dare un ritmo alla quotidianità ma per sedare i pensieri che in questo momento sono pieni di paura dell’ignoro, angoscia per l’incertezza di ciò che avverrà e di un cambiamento che non conosciamo e già stiamo vivendo.



CAMBIAMENTO 


Questa emergenze mondiale sta portando dei cambiamenti molto visibili: come le città svuotate, il silenzio che a volte inquieta e altri sottili cambiamenti come quelli relazionali che continuamente costruiamo per non sentirci soli. Una relazione diversa che non nasce dall’incontro con l’altro ma mediata da un computer o da un telefonino.

E’ cambiata anche la relazione con noi stessi oltre con il mondo esterno, c’è un nuovo spazio di sicurezza che rende ogni nostro comportamento anche uscire a fare la spesa un evento straordinario più lento e dilatato.

Il mio lavoro di terapeuta è cambiato, filtrato dal web. Entro nell’intimità della psiche direttamente a casa dei miei pazienti, e loro si narrano ed esprimono le loro emozioni attraverso la rete. Mi mancano i passi delle persone che venivano a raccontarsi nei miei studi, è cambiata l’attesa che precede il colloqui clinici. Tutto è cambiato, tutto cambierà e mentre lo stiamo pensando siamo già una modalità altra. 


R-Esistenza 


In questo momento di forte emergenza: sanitaria, economica e relazionale dovuta al Covid19 la parola che risuona nella mia giornata è R-esistenza. Parola fondamentale per questo periodo sospeso.

Oggi più che mai ognuno di noi è parte attiva, siamo chiamati a r-esistere, a rispettare le regole che possono darci la possibilità di non ammalarci e perciò esistere. Ci stiamo inventando di tutto per colmare le distanze necessarie per non farci sentire isolati ma restando soli. Resistere è la vera forza resistere perché restare a casa ora è fondamentale non solo per non metterci in pericolo ma per evitare che diventiamo noi il pericolo per gli altri.

Questa lotta da casa servirà a molti di noi a smorzare quell’ego narcisistico disfunzionale per una connessione umana che ci farà sentire partecipi di un tutto al di là della rete web perciò adesso R-esistiamo contro i pensieri negativi, contro l’ego, godendoci il tempo che ci curerà e cercando di progettare nuovi scenari da vivere.

giovedì 21 maggio 2020

Bullismo durante il confinamento

Cosa cambia?


In questo periodo di confinamento dovuto al Covid19 le scuole sono chiuse e i ragazzi costretti a casa hanno cambiato il loro modo di socializzare, ma le cattive abitudini e le prevaricazioni non si sono di certo fermate. 

Sicuramente si sono interrotti tutti quegli agiti di violenza che determinano il fenomeno del bullismo poiché viene a manca il contatto fisico tra i ragazzi mentre il cyberbllismo ha preso ancor più forza.

La mancanza di relazione fisica, tra il prevaricatore e la vittima, e il confinamento dovuto all'emergenza sanitaria ha portato dei cambiamenti nella dinamica sottostante al fenomeno. Gli spettatori del bullismo sempre presenti nella relazione disfunzionale di questo fenomeno ed  hanno in questo periodo acuito ancor più il senso di indifferenza a prendere parte ed intervenire per aiutare la  persona in difficoltà aumentando così quel muro di silenzio ed isolamento fertile per  la prevaricazione, gli insulti e le molestie.

In questi mesi, tutti noi professionisti, abbiamo evidenziato il nascere di nuove chat dove la vittima viene esclusa dalla conversazione oppure se viene inserita ogni volta che scrive o viene ignorata o derisa e incitata a tacere.

Il rischio di questa modalità è che il tempo la renda una pratica rafforzata che poi verrà riproposta anche alla fine dell'emergenza covid19.

Per poter arginare e riconoscere il cyberbullismo ogni adulto di riferimento deve cogliere i segnali che emergono dai ragazzi e aprire con loro una comunicare costante attenta e motivata da interessi e curiosità per un mondo a volte distante e dimenticato da chi ormai è adulto. E' necessario ricordare che il bullismo e il cyberbullismo esiste non solo per relazione tra la vittima, il bullo ma anche per la  presenza di spettatori. Proprio su questi si può agire rendendoli parte attiva responsabilizzandoli e lavorando sul senso civico e di solidarietà.

sabato 16 maggio 2020



Il web ci viene in aiuto

La tecnologia, in parte responsabile di una certa alienazione, oggi sicuramente ci sta aiutando a creare quei rapporti che se venissero a mancare porterebbero delle conseguenze alla nostra salute fisica oltre che psicologica. Infatti come gli studi dimostrano le persone completamente sole ed isolate sviluppano una serie di conseguenze a medio e lungo termine come l’ indebolimento del sistema immunitario e aumento della pressione sanguigna.



martedì 5 maggio 2020



Le RELAZIONI durante il COVID19

"Cyber-legami"




Da un giorno all’altro ci siamo trovati a dover ricercare modi per rimanere in contatto tra noi. Ciascuno, gettato di colpo nella condizione di solitudine all’interno delle mura domestiche, ha sentito forte il bisogno di stabilire in qualche modo il contatto con l’altro, perché l’altro è imprescindibile. Il web, strumento da molti amato e da altri demonizzato, è venuto in soccorso, ricreando su un altro piano quelle reti relazionali sulle quali si è abbattuto l’isolamento da pandemia, trasferendo solo in parte il mondo reale in un mondo virtuale.

Per la prima volta abbiamo sperimentato qualcosa di nuovo nelle relazioni con gli altri. Il lavoro per molte persone si è spostato in rete e ha permesso a numerose attività di non fermarsi del tutto, limitando gli spostamenti e lavorando in sicurezza da remoto.

La novità non è che siamo andati in rete alla ricerca di nuovi amici, questo lo facevamo già, ma ora abbiamo sentito l’impellente bisogno di consolidare i legami già esistenti, salvandoli, rilanciandoli. La voglia di ritrovarsi, a vedere un film insieme, di passare una serata tra amici e gustare un aperitivo con chi si ama, si è spostata in rete. In rete possiamo continuare a sentitirci parte di qualcosa, membri della nostra famiglia da cui siamo stati allontanati; ci è permesso di raggiungere un amico perduto nel quotidiano ma ritrovato ora, nel tempo del covid-19; possiamo confrontarci in video conferenza con un collega scoprendo in lui qualcosa di più, proprio grazie ai dialoghi cadenzati dallo strumento tecnologico, che non riescono a restare mai soltanto comunicazioni di lavoro, perché l’altro, non va dimenticato, è sempre e comunque nostro complice contro la solitudine; per non dire degli amori distanti, separati da confini regionali, linee tracciate che sembrano tornate a essere frontiere tra regni d’altri tempi. Com’è distante oggi, nella percezione, la Toscana dalla Lombardia, o semplicemente la Toscana dall’Umbria. Confini necessari, creati dalle esigenze di controllo sanitario, è evidente.

Si vive perciò la relazione affidandosi al traffico di parole scritte, enunciate, e alle immagini trasmesse per via telematica. Ma i corpi sono distanti, dolorosamente distanziati. 

Stare da soli, senza lo sguardo dei nostri simili, privati delle interazioni, impossibilitati a misurarci con l’umanità del prossimo, sottratti al confronto, costretti al monologo silente senza una risposta, fosse anche di contrarietà, senza un abbraccio affettuoso, anche solamente mimato in videoconferenza; senza tutto questo noi ci ammaliamo, sia fisicamente sia mentalmente, poiché l’essere umano è “animale sociale” per eccellenza, e i legami ci aiutano a vivere, costituiscono letteralmente la nostra Vita.

Eccoci dunque a escogitare ogni sistema cyber per continuare a scambiare tutta l’umanità di cui siamo capaci e di cui abbiamo profondamente bisogno. Un emoticon inviato al momento giusto può essere un dono prezioso; un bacio schioccato verso l’obbiettivo e spedito attraverso la rete è tenerezza che consola e promette nuovi abbracci e nuovi baci, oltre il muro di questa storia.