lunedì 12 maggio 2014

Le persone con condizioni di peso estreme hanno molti punti in comune

Condizioni opposte come l’obesità e l’anoressia condividono alcune disfunzioni neurocognitive che si manifestano nella ridotta capacità decisionale e nell’inflessibilià comportamentale.


Uno studio (Fagundo AB, de la Torre R, Jiménez-Murcia S et al. Executive functions profile in extreme eating/weight conditions: from anorexia nervosa to obesity. PLoS One. 2012), ha evidenziato una forte convergenza del profilo cognitivo di individui caratterizzati da disordini comportamentali e corporei estremi, dimostrando come alla base dello sviluppo e del mantenimento dell’obesità e dell’anoressia vi sarebbero comuni disturbi neurobiologici. L’analisi, condotta dai ricercatori del dipartimento di psichiatria dell’University Hospital of Bellvitge-IDIBELL di Barcellona ha coinvolto una serie di donne obese ed anoressiche di età compresa tra 18 e 60 anni le quali sono state sottoposte a test per valutare le funzioni cognitive.

Gli autori hanno potuto osservare che i punteggi dei due gruppi clinici risultati decisamente inferiori rispetto a quelli di individui sani per tutti i test. Analisi a posteriori hanno permesso di dimostrare che non vi erano differenze significative tra i due gruppi.

Secondo gli autori le due condizioni estreme presenterebbero fattori di rischio comuni, in particolare una vulnerabilità neurocognitiva condivisa. Le analogie neurobiologiche sarebbero riconducibili a difetti all’interno dei circuiti cerebrali che controllano la gratificazione associata al consumo di cibo, che si manifestano con frequenza e severità variabile nei comportamenti caratterizzati da episodi di sovralimentazione o astensione dal cibo, in risposta a stimoli emotivi o situazioni stressanti. Studi di neuroimaging hanno chiaramente dimostrato la presenza di difetti funzionali dei circuiti neuronali regolati dal neurotrasmettitore dopamina in queste situazioni comportamentali.

Il risultato di queste anomalie sarebbe l’insorgenza di comportamenti alimentari compulsivi. Queste disfunzioni non sarebbero affatto esclusive dell’obesità ma sembrano costituire un tratto distintivo anche della condizione diametralmente opposta. Nel caso dell’anoressia nervosa possono essere, infatti, osservati comportamenti simili alle dipendenze, come l’astensione regolare dal cibo e l’ossessione per l’attività fisica.

Il punto centrale della questione sembra risiedere nella compromissione delle abilità di presa delle decisioni e nella flessibilità cognitiva. Impulsività e deficit di attenzione sono i principali aspetti comportamentali disfunzionali che caratterizzano rispettivamente obesità e anoressia. Si ritiene, infatti, che l’impulsività comprometta la capacità di posticipare le sensazioni di gratificazione. Nell’anoressia, invece, la capacità decisionale sarebbe ostacolata da una propensione alla rigidità, ai comportamenti ossessivi, al perfezionismo e alla resistenza al cambiamento.

Le capacità esecutive sembrano dunque essere compromesse in modo analogo indipendentemente dal tipo di disturbo. Condizioni estreme come l’obesità e l’anoressia condividono anomalie neurocognitive simili che si manifestano nell’incapacità di prendere decisioni e nella mancanza di flessibilità cognitiva. Si tratta di un’indicazione importante perché ci da indicazioni sugli atteggiamenti da tenere e favorire nel bambino, senza doverci focalizzare sulle condotte alimentari: la rigidità di condotte perfezionistiche è da disincentivare come gli atteggiamenti impulsivi e la necessità di una soddisfazione immediata dei bisogni. D’altro canto favorire le capacità di autonomia, di resilienza e di assertività rappresenta una buona assicurazione per la salute del futuro.

a cura del dott. Gian Luigi Luxardi

fonte: misurafamiglia.it

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