venerdì 6 marzo 2015

La Schizofrenia

La schizofrenia è una forma di malattia psichiatrica caratterizzata, secondo le convenzioni scientifiche, da un decorso superiore ai sei mesi (tendenzialmente cronica o recidivante), dalla persistenza di sintomi di alterazione del pensiero, del comportamento e dell'emozione, con una gravità tale da limitare le normali attività della persona. (fonte: wikipedia)

Il termine schizofrenia (letteralmente significa “frattura della mente” o “mente divisa”), fu introdotto da Bleuler (1908) per sostituire quello di “dementia praecox” (= demenza precoce) di Kraepelin (1896).
Colpisce circa 1 persona su 100 in tutto il mondo e, anche se presenta una serie di sintomi riconoscibili, la sua gravità varia da individuo a individuo.
La schizofrenia ha solitamente un esordio precoce e si manifesta, in genere per la prima volta nei giovani tra i 16 ed i 30 anni (negli uomini più precocemente che nelle donne), che non necessariamente hanno avuto difficoltà problemi psicologici nell’infanzia e nell’adolescenza o sono affetti da un qualsiasi ritardo mentale, anzi, spesso sono intellettivamente molto dotati. L’esordio può essere graduale o repentino; frequentemente coincide con un periodo di stress, anche se non grave. Spesso, questi giovani sono tesi, non riescono a concentrarsi e a dormire; il loro comportamento diventa strano, possono esprimersi in modo insensato ed avere percezioni anomale ed idee deliranti. Così ha inizio la psicosi, che può anche alternare periodi acuti, con altri di remissione.

“Poli sintomatologici” della schizofrenia

La schizofrenia è una sindrome (dal greco “sin” e “dromos”, che significa “insieme di sintomi che concorrono a formare una malattia”) connotata, secondo la tradizione psichiatrica di cui Bleuler fu il progenitore, da “sintomi positivi” e “sintomi negativi”.
SINTOMI POSITIVI 
I sintomi positivi sono quelle manifestazioni che il malato ha in più rispetto all’individuo sano, ovvero:
  • Allucinazioni (dal latino allucinare, abbagliare): sono percezioni che esistono solo nella mente del paziente. Pur potendo interessare tutti i sensi (udito, vista, tatto, gusto ed olfatto), la forma più frequente è data dall’udire delle voci. Le voci possono conversare con lui, avvertirlo di eventuali minacce o impartirgli degli ordini.
  • Deliri (dal latino de-lirare, uscire dal confine) sono convinzioni personali irrazionali ed erronee, che pur non avendo nessun riscontro oggettivo ed evidente, vengono strenuamente sostenute dal paziente. Le convinzioni deliranti, possono essere di vario tipo: avere poteri particolari o talenti speciali come controllare terremoti o essere in comunicazione con Dio, o ancora essere oggetto di azioni malvagie e persecutorie da parte di familiari o conoscenti.
  • Pensiero disorganizzato: i pensieri più intimi, i sentimenti, sono spesso vissuti come condivisi o conosciuti dalle altre persone. I pensieri, sembrano non avere nessi logici e il discorso della persona può essere difficile da seguire per la rapidità con cui il paziente passa da un concetto ad un altro o da un soggetto ad un altro. La terminologia e la sintassi possono essere bizzarre e possedere un senso solo per chi parla. A volte le persone pensano che i loro pensieri siano trasmessi, rubati, controllati o influenzati da agenti esterni (demoni, extraterrestri)
  • Dissociazione del pensiero: distorsione della forma del pensiero come la tendenza a costruire frasi incomprensibili, ad inventare parole inesistenti, a passare in continuazione da un argomento all’altro. In sostanza, l’individuo tende a manifestare delle idee sconnesse.
Comportamento bizzarro: che si manifesta con un comportamento stravagante o aggressivo nei confronti di situazioni che il malato non riesce ad affrontare in altro modo. Alcune volte il paziente schizofrenico, assume posture strambe, trasgredisce le regole della convivenza sociale (si denuda in pubblico) o manifesta comportamenti incongruenti con la situazione (ride ad un funerale).



SINTOMI NEGATIVI
Sono quelli più insidiosi, quelli che si insinuano silenziosamente, impoverendo progressivamente la vita del paziente, togliendo l’impalcatura alla sua esistenza.

Quindi è preferibile parlare, più che di sintomi, di perdita di sentimenti ed emozioni, perché il malato non reagisce ad eventi che dovrebbero scuoterlo e non prova emozioni che altre persone in determinate circostanze proverebbero.

In sintesi, lo schizofrenico manifesta:
 
  • Perdita di slancio vitale, comportamento abulico (privo di volontà), senza iniziativa, perdita di energie interiori: la mancanza di interesse per la vita, per il lavoro o le attività ricreative, si manifestano nell’inattività completa che porta il paziente a trascorrere giorni interi senza fare niente ed addirittura trascurando la propria igiene o alimentazione.
  • Massiccia restrizione degli interessi e delle attività
  • Diminuzione rapporti sociali
  • Isolamento/Ritiro sociale: si riferisce ai problemi nell’allacciare e mantenere amicizie, coloro che soffrono di schizofrenia possono avere poche relazioni intime ed avere contatti superficiali e sporadici con il prossimo. Nei casi estremi possono chiudersi totalmente alla vita sociale
  • Scarsa concentrazione
  • Apatia: totale stato di indifferenza e disinteresse nei confronti di qualsiasi tipo di stimolo
  • Appiattimento emotivo (mancanza di emozioni): spesso, i pazienti con schizofrenia non riescono ad esprimere emozioni e possono non avere nessuna reazione in presenza di eventi tristi o felici oppure possono reagire in maniera non appropriata. La fissità della mimica facciale e la monotonia dell’eloquio sono alcune manifestazione di questo appiattimento.
  • Povertà del pensiero: il pensiero è poco ricco e male articolato, la povertà espressiva delle frasi brevi, delle risposte a monosillabi, dei silenzi interminabili, testimoniano questa difficoltà. Può verificarsi anche che lo schizofrenico parli liberamente usando parole convenzionali che, combinate tra loro, non conferiscono significato al discorso (insalata di parole).

Accade spesso che in un individuo, tutti questi sintomi, non si presentino contemporaneamente. 
Una sindrome schizofrenica infatti, può essere caratterizzata anche da soli sintomi negativi e, spesso, in assenza di elementi palesemente disturbanti, come possono essere le manifestazioni comportamentali dei sintomi positivi, accade che quelli che sono segnali allarmanti, passino inosservati o banalmente additati come indici di esasperata introversione.


CAUSE
  • Gli psicologi e gli psichiatri sono ormai concordi nell'attribuire la causa di questo disturbo a un complesso mix di fattori genetico - biologico – psicologici   
  • Un aumento della produzione della dopamina sembra giocare un ruolo chiave nell'eziologia di questa sindrome (vedi più avanti).
  • Non sono da sottovalutare le esperienze soggettive e il contesto familiare in cui il paziente affetto da schizofrenia viene allevato e in cui vive, poiché è dimostrato che l'ambiente è determinante nello sviluppo della malattia. 


TERAPIA

La terapia della schizofrenia è uno dei problemi principali che si trova ad affrontare la psichiatria contemporanea. Quasi 50 anni di progresso farmacologico hanno reso la malattia quasi sempre “curabile” ma certamente non ancora “guaribile”.  


Approccio Farmaceutico:
La classe di psicofarmaci utilizzati per il trattamento delle psicosi sono definiti con il termine neurolettico (o antipsicotico).  

Approccio psicologico:

Un importante aspetto della terapia sta nel poter parlare con qualcuno. Il metodo esatto potrebbe variare per soddisfare le esigenze individuali del paziente e la fase dell'episodio psicotico. 

Assistenza di carattere pratico:La terapia può anche coinvolgere assistenza nello svolgimento delle mansioni della vita quotidiana come ad esempio ritornare a scuola o al lavoro, organizzare un alloggio o procurarsi delle finanze.

Il ricovero ospedaliero:
Le persone che soffrono di psicosi possono per la maggior parte vivere a casa con parenti ed amici purché vengano seguite regolarmente da professionisti specializzati della salute mentale. I giovani che soffrono per la prima volta di un episodio psicotico, se possibile, dovrebbero essere curati a domicilio per ridurre al minimo i disagi e l'angoscia.

La guarigione
I tempi della guarigione variano da una persona all'altra. Alcuni si rimettono velocemente con minimo intervento, mentre altri hanno bisogno di supporto più a lungo. Per rimettersi dal primo episodio psicotico di solito ci vogliono parecchi mesi di tempo. Se i sintomi continuano oppure ritornano un'altra volta il processo di ricupero potrebbe durare più a lungo. Alcuni vanno incontro ad un periodo difficile che potrebbe durare mesi o anche anni prima che le cose effettivamente si normalizzino. 
L'importante è tener presente che la psicosi è una malattia curabile.


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