giovedì 14 maggio 2015




UNA BORSA PIENA DI AFFETTO.


Shopping compulsivo, la mania dell’acquisto che può essere paragonata ad un disturbo alimentare: così come l’abbuffata di cibo è assolutamente incontrollabile e crea frustrazione







Shopping compulsivo, la mania dell’acquisto che può essere paragonata ad un disturbo alimentare: così come l’abbuffata di cibo è assolutamente incontrollabile e crea frustrazione 



Lo shopping compulsivo è un vero e proprio sintomo, correlato con un disturbo dell'alimentazione.

Infatti possiamo rilevare come lo questa mania dell'acquisto sia caratterizzata delle stesse emozioni che rilevano in una abbuffata alimentare. È animato proprio dalla medesima necessità di colmare un vuoto interiore; tentativo che, a posteriori, ovviamente, risulta essere fallimentare e crea frustrazione e sensi di colpa.

Così come l'abbuffata di cibo, lo shopping compulsivo e assolutamente incontrollabile nel momento della compulsione fin ad arrivare a spendere grandi somme di denaro.

Il momento dell'acquisto assume una connotazione trasgressiva, questo causa un aumento dell'adrenalina che progressivamente crea e mantiene la dipendenza dal sintomo.

Come l'abbuffata lo shopping compulsivo ha gli stessi meccanismi. Non sono acquisti mirati, non è importante sapere cosa comprare, l'importante è' riempire quel vuoto e sedare quella sofferenza mai placarla veramente.

Esattamente come dopo avere ingerito grandi quantitativi di cibo quando"l'effetto della dose"svanisce ecco arrivare il senso di colpa.

Arginare e curare questo sintomo è possibile chiedendo aiuto a specialisti psicologi che porteranno la persona affetta da shopping compulsivo a ragionare sul personale bisogno di riempire la "borsa di affetto".

Si è visto da studi scientifici il forte legame tra "l'acquisto sfrenato" e la dipendenza dalla famiglia di origine o da chi provvede economicamente al mantenimento della persona affetta. Ma va ricordato che ogni persona ha vissuti differenti e dovrà fare un suo percorso di rielaborazione fino a rinunciare a quel apparente godimento malato e deleterio per la mente e per il salvadanaio.

Dott.ssa Lucia Magionami

Psicologa-Psicoterapeuta


Nessun commento:

Posta un commento