mercoledì 5 giugno 2019

I NEURONI SPECCHIO E I FATTORI CULTURALI


Giacomo Rizzolatti è considerato il massimo neuroscienziato italiano, vive e lavora a Parma. Nel 1992 ha scoperto l’importanza dei neuroni specchio spiegando scientificamente “che guardando si impara". 

Infatti, mentre vediamo qualcosa, elaboriamo un pensiero, memorizziamo un dato, compiamo un movimento e un certo circuito neuronale entra in funzione. Il neuroscenziato ha scoperto che, nelle aree attribuite ai movimenti, la stessa attività neuronale si verifica sia nella persona che compie un gesto, sia in chi lo guarda. Per questo nell'osservatore si parla di neuroni specchio. Dunque, a livello cerebrale, la stessa azione viene compiuta da chi la fa e da chi la guarda imparandola e capendo l’intenzionalità. Perciò i neuroni specchio non riproducono solo movimenti ma anche emozioni. Da ciò si deduce che esiste un legame intimo tra gli esseri umani. Siamo tutti legati agli altri. 

Alla luce di questa scoperta gli studiosi stanno rivalutando la legge dell’ereditabilità di Lamarck secondo cui il patrimonio culturale si trasmetterebbe anche per via epigenetica, creando cioè un imprinting nel cervello che può essere passato alle generazioni future. 

I neuroni specchio sono anche alla base dell’empatia: la capacità di entrare in relazione con gli altri, di comprenderli, di solidarizzare con le loro sofferenze e le loro gioie. Per comprendere meglio dobbiamo ricordarci che in ogni azione che viene compiuta c'è una intenzione che dobbiamo codificare. Sono proprio i neuroni specchio a farci capire ciò grazie all’intuizione e non ad un ragionamento cognitivo. ma non sempre e non tutti  riusciamo a sintonizzarci gli uni con gli altri, infatti Hitler era molto empatico con animali ma non con gli ebrei, si può essere generosi con gli ultimi ma solo di determinate nazionalità, essere un bravissimo uomo fuori casa è un mostro in famiglia. 

Tutto questo ha una spiegazione, esistono due tipi di criminalità: quella impulsiva causata dai lobi frontali meno sviluppati che non riescono a modulare e frenare gli impulsi violenti e l’altra causata da mancanza di empatia. L’altro non è uguale è diverso e viene perfino oggettualizzato. Chi agisce violenza non lo riconosce e ai suoi occhi perde le caratteristiche di essere umano. 

Intuito e cognizione, empatia e cultura, si influenzano a vicenda. Posso perciò bloccare attraverso un percorso razionale e culturale l’azione dei neuroni specchio. 

Questo spiega perché l’empatia si attiva maggiormente verso coloro che ci hanno insegnato a considerare simili a noi come ad esempio i familiari e viceversa possono venire inibiti nei confronti di chi viene considerato un diverso.










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