domenica 19 aprile 2020


Violenza domestica durante il lockdown
Riflessioni

Il confinamento nelle proprie case rende i rapporti tra le coppie dove esistono dinamiche di violenza ancora più difficili. 
Mentre nei primi giorni di lockdown i centri antiviolenza hanno evidenziato un calo del 55% di richieste di aiuto ora i dati sono notevolmente aumentati: il 75% in più. 
Questo fenomeno non è solo dovuto ai numeri nascosti, ossia ci sono stati casi di violenza all'interno del nucleo familiare ma non le richieste di aiuto, poiché la vittima ha pensato di poter gestire la situazione, giustificando ciò che giustificabile non è. 
Oppure la donna non è riuscita a chiamare il 1522 per via del controllo eccessivo da parte del partner. 

Credo però che ci sia da fare una nuova riflessione, dovuta al momento che stiamo vivendo, un momento nuovo per tutti noi. 
Il lockdown nei primi giorni ha creato nella mente del partner che agisce violenza una specie di “realtà altra“ dove lui aveva il massimo del controllo sulla partner. Potrei definire questo vissuto emotivo come "una vacanza" da tensioni intime, tra controllo e paura di perdere il controllo, che causa in queste persone quella rabbia che nasconde una frustrazione e un dolore impossibile da gestire. 
Poi con il passare dei giorni (ormai più di 40), i meccanismi della violenza come ci insegna la E. Walker nel ciclo della violenza (1959) sono cambiati la tensione è risalita e senza una reale giustificazione gli scoppi di violenza sono arrivati. 
Ora più che mai ogni figura professionale sanitaria, oltre i centri antiviolenza che non si sono mai fermati  in questo periodo, deve essere in grado di conoscere e riconoscere ogni piccolo segnale che arriva da parte della vittima per intervenire precocemente in modo competente e concreto.




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