giovedì 19 dicembre 2013

Come sopravvivere al Natale? La soluzione è dentro di no

Corsa ai regali, preparativi frenetici, cene con parenti e amici. Il Natale a volte, da festa si trasforma in occasione di stress. Ecco i consigli dell’esperta per superare lo stress natalizio.


Il Natale si avvicina e la corsa al regalo si fa sentire. Richard Bach diceva "ogni regalo è un augurio di felicità". Ma siamo certi che la frenesia di oggi ci faccia comprendere il senso profondo di questo messaggio? Spesso ci accorgiamo di fare i doni natalizi costretti a rispettare la consuetudine dell'etichetta; finiamo per seguire una lista di conoscenti e parenti includendovi perfino, quelli che durante l'intero anno nemmeno frequentiamo.
Con questo comportamento certamente riusciamo a rispettare le ritualità sociali ma questa rassicurazione non risolve in noi un problema gravoso, anzi lo peggiora. Così agendo si perdono il piacere e il gioco autentico della condivisione.
Il Natale è vissuto per questo da molti come un momento di stress nel quale ci si espone a situazioni familiari e amicali non risolte. Quel voler e dover stare insieme in un rito familiare e sociale palesando felicità a tutti i costi, crea nell'essere umano una disincantata amarezza per l'evidente incongruenza tra il luccichio e il quotidiano vivere; assieme alle lucine natalizie così dilagano la malinconia, la tristezza e arriva a provare solitudine interiore anche chi ha tutti i mezzi economici per addobbare la propria vita in questi giorni luccicati. E invece si scopre che dietro la serenità obbligatoria di questo periodo ristagnano il disagio e l'affrangimento. Per cercare di contenere il proprio malessere, chi dispone di una carta di credito pasciuta si narcotizza gettandosi nello shopping frenetico delle strenne, comprando così momentaneo piacere consolatorio, certamente reale ma infido perché può perfino scatenare attacchi di ansia a breve distanza e alimentare la dipendenza; chi invece non riesce a consumare acquistando, paga psicologicamente lo scotto della inadeguatezza allo stile imperante del Natale a credito.
Dobbiamo chiederci il perché di queste dinamiche. Solo così riusciremo a sottrarci all'annoiata infelice opulenza o alla dolorosa triste inadeguatezza indotte dal Mercato natalizio.
Tradizioni antropologiche antichissime come quella del regalo non reggono infatti alle spinte storiche e sociali che inesorabilmente hanno spostato sul piano commerciale il gesto e il senso del dono. La deriva commerciale del Natale non lasci credere però che sia perduto il senso profondo del regalo. Esso è forse occultato, incrostato di opulenza ma può essere riscoperto in sé stessi e nella relazione con l'altro, nella libertà più assoluta da canoni e doveri. Il primo passo da compiere è osservare l'amico, comprendere i genitori, seguire i gusti del partner, capire le passioni dei figli; questo è un esercizio d'Amore che non si limita al Natale ma si estende a tanti e tanti momenti. E' l'attenzione per l'altra persona come essere unico e diverso; qui si compie il gesto d'Amore più intimo che porta via via alla conoscenza reciproca. Da questo Amore lungo il tempo sorge lo slancio del dono natalizio. Esso diviene così la disvelazione (emozionante come una sorpresa scartata) della intimità raggiunta.
Non è un caso che il Natale cada nel periodo delle luci, in cui astronomicamente ritorna a crescere il giorno e il buio cede istante dopo istante al trionfo del sole. L'animo umano si nutre della luce non meno che il corpo e nel simbolo del Natale sta scritta la rinascita spirituale e affettiva che passa attraverso la conquista lenta e giornaliera della luce. Ciò è valido sia in senso simbolico che fisico. Ma la luce nell'animo si accende rinunziando ogni giorno alla maschera dell'opulenza per calzare la bellezza dell'essenziale, valorizzando il gesto amorevole quotidiano, la condivisione, le ritualità dell'attesa, l'osservazione dell'altro. Si scopre così che il regalo è donato ogni giorno, silenzioso ma non meno importante. Si tratta di semplici pratiche di umanità che nessuna carta di credito potrà mai acquistare, potenti armi contro la tristezza che nessuna medicina può sostituire. La buona notizia è che sono dentro di noi.

Lucia Magionami

Nessun commento:

Posta un commento