martedì 5 maggio 2020



Le RELAZIONI durante il COVID19

"Cyber-legami"




Da un giorno all’altro ci siamo trovati a dover ricercare modi per rimanere in contatto tra noi. Ciascuno, gettato di colpo nella condizione di solitudine all’interno delle mura domestiche, ha sentito forte il bisogno di stabilire in qualche modo il contatto con l’altro, perché l’altro è imprescindibile. Il web, strumento da molti amato e da altri demonizzato, è venuto in soccorso, ricreando su un altro piano quelle reti relazionali sulle quali si è abbattuto l’isolamento da pandemia, trasferendo solo in parte il mondo reale in un mondo virtuale.

Per la prima volta abbiamo sperimentato qualcosa di nuovo nelle relazioni con gli altri. Il lavoro per molte persone si è spostato in rete e ha permesso a numerose attività di non fermarsi del tutto, limitando gli spostamenti e lavorando in sicurezza da remoto.

La novità non è che siamo andati in rete alla ricerca di nuovi amici, questo lo facevamo già, ma ora abbiamo sentito l’impellente bisogno di consolidare i legami già esistenti, salvandoli, rilanciandoli. La voglia di ritrovarsi, a vedere un film insieme, di passare una serata tra amici e gustare un aperitivo con chi si ama, si è spostata in rete. In rete possiamo continuare a sentitirci parte di qualcosa, membri della nostra famiglia da cui siamo stati allontanati; ci è permesso di raggiungere un amico perduto nel quotidiano ma ritrovato ora, nel tempo del covid-19; possiamo confrontarci in video conferenza con un collega scoprendo in lui qualcosa di più, proprio grazie ai dialoghi cadenzati dallo strumento tecnologico, che non riescono a restare mai soltanto comunicazioni di lavoro, perché l’altro, non va dimenticato, è sempre e comunque nostro complice contro la solitudine; per non dire degli amori distanti, separati da confini regionali, linee tracciate che sembrano tornate a essere frontiere tra regni d’altri tempi. Com’è distante oggi, nella percezione, la Toscana dalla Lombardia, o semplicemente la Toscana dall’Umbria. Confini necessari, creati dalle esigenze di controllo sanitario, è evidente.

Si vive perciò la relazione affidandosi al traffico di parole scritte, enunciate, e alle immagini trasmesse per via telematica. Ma i corpi sono distanti, dolorosamente distanziati. 

Stare da soli, senza lo sguardo dei nostri simili, privati delle interazioni, impossibilitati a misurarci con l’umanità del prossimo, sottratti al confronto, costretti al monologo silente senza una risposta, fosse anche di contrarietà, senza un abbraccio affettuoso, anche solamente mimato in videoconferenza; senza tutto questo noi ci ammaliamo, sia fisicamente sia mentalmente, poiché l’essere umano è “animale sociale” per eccellenza, e i legami ci aiutano a vivere, costituiscono letteralmente la nostra Vita.

Eccoci dunque a escogitare ogni sistema cyber per continuare a scambiare tutta l’umanità di cui siamo capaci e di cui abbiamo profondamente bisogno. Un emoticon inviato al momento giusto può essere un dono prezioso; un bacio schioccato verso l’obbiettivo e spedito attraverso la rete è tenerezza che consola e promette nuovi abbracci e nuovi baci, oltre il muro di questa storia.

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