martedì 23 dicembre 2014

* B U O N E * F E S T E *



Non sporcate l'aria al bambino che respira il Natale, non togliere il cielo a chi nelle stelle trova la speranza di una magia nuova. Il Natale è una promessa che non si perde nel vento perché, nel suo piccolo cuore, rimane la certezza più bella.

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Buon Natale e Felice anno nuovo
 da
dott.ssa Lucia Magionami e collaboratrice Cristina Capitanio


martedì 9 dicembre 2014

Margot project

Margot project è una rete di professionisti – poliziotti, giornalisti, avvocati, psicologi, istruttori di protezione personale – che  promuove azioni a difesa di diritti civili. Nata nel 2013, nel suo primo anno di attività si è concentrata soprattutto sul tema della violenza contro le donne e di genere. 
Ha sede a Perugia anche se ha portato avanti iniziative in altre città del centro Italia (Roma, Terni). Da due anni (il primo anno senza che vi fosse ancora l’associazione, ma con le stesse persone) è  partner del ministero dell’Interno per il progetto Open Mind 1 e 2 , un corso teorico-pratico per operatori di polizia costituito da sessioni di attività didattica (lezioni di psicologia e diritto) alternate a sessioni di difesa personale.

I professionisti che aderiscono a Margot project danno il loro contributo volontario all’associazione e lavorano al conseguimento di progetti che vengono stabiliti collegialmente dai soci fondatori.
Margot si avvale anche della collaborazione di altri professionisti e insegnanti per i progetto specifici che organizza nella scuole.

L’associazione, dopo una serie di incontri e confronti interni, si è posta come obiettivo non solo quello di denunciare il problema della violenza di genere ma anche di studiare i meccanismi di prevenzione e tutela della violenza e quello che in questi meccanismi va migliorato e cambiato. Ha quindi svolto un ruolo di formazione, culturale e di critica costruttiva alle istituzioni.
 
1 Ruolo culturale

L’associazione ha prodotto un videoclip intitolato “Margherita” con la collaborazione della professoressa Anna Maria Giannini, ordinario di Psicologia alla Sapienza di Roma. Il videoclip è stato presentato in molte scuole della provincia di Perugia e viene utilizzato come attivatore emozionale per aprire la discussione con i ragazzi sul tema della violenza di genere.L’associazione ha elaborato un progetto contro il bullismo , “Sbullonati. Smonta il bullo (anche quello che è dentro di te)” che consiste in tre lezioni con dimostrazione finale di tecniche di anti aggressione tenute dai professionisti dell’associazione. Il progetto è attualmente in corso in quattro scuole superiori della provincia di Perugia.L’associazione ha tenuto conferenze e convegni sul tema della violenza di genere sia all’università per Stranieri di Perugia sia in provincia a Terni. Ha collaborato con altre associazioni che si occupano di tutela delle donne. (Dimensione Donna, Cave, Roma)
L’associazione sta effettuando una ricerca sul campo, attraverso lo strumento delle interviste e della ricerca di dati, per analizzare i meccanismi di prevenzione e tutela delle donne vittime di violenza. La ricerca è effettuata intervistando donne vittime di violenza, uxoricidi, magistrati, assistenti sociali, medici, forze di polizia. I risultati della ricerca verranno presentati durante un giornata di studi che si terrà a Perugia nel maggio prossimo.
    

2 Ruolo di formazione    

Il ministero dell’Interno si è avvalso della collaborazione dei professionisti di Margot Project per il progetto Open Mind 1 e 2, un corso teorico e pratico per operatori della polizia di Stato sulla violenza di genere e l’autodifesa.Margot project ha organizzato, con la collaborazione del ministero dell’Interno e della professoressa Anna Maria Giannini, due giornate di formazione per operatori di polizia della questura di Perugia e di Terni sul tema del riconoscimento della violenza, dell’accoglienza della vittima di violenza e della presa in carico della denuncia. (Maggio 2013, Novembre 2013).Margot project ha partecipato al workshop sulla violenza di genere, organizzato dall’università di Camerino in collaborazione con il ministero dell’Interno, Oscad,  la direzione centrale polizia criminale, in data 23 gennaio 2014 dal titolo “Riconoscere, gestire e neutralizzare l’evento aggressivo”. Il workshop era diviso in due parti: una durante la quale sono stati forniti elementi teorici sul tema e l’altra, che si è svolta nel pomeriggio, che ha visto come protagonisti i professionisti dell’associazione Margot, rivolta ad un pubblico prevalentemente di giovani, dove sono stati forniti elementi teorici e pratici per riconoscere la violenza e dare la risposta giusta all’evento violento.









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lunedì 24 novembre 2014

25 novembre Giornata Internazionale contro la violenza sulle Donne

“I diritti delle donne sono una responsabilità di tutto il genere umano; lottare contro ogni forma di violenza nei confronti delle donne è un obbligo dell’umanità; il rafforzamento del potere di azione delle donne significa il progresso di tutta l’umanità.”
Kofi Hannam 

La violenza fisica di un uomo su una donna può provocare gravi lesioni o la morte. Ma, la ricerca ha dimostrato che qualsiasi comportamento violento e di controllo, non solo la violenza fisica, mette le donne a rischio di una serie di disturbi fisici e di problemi di salute mentale. Inoltre potrebbe farle sentire inutili, impotenti, inadeguate.

Le forme di violenza e di comportamenti controllanti dell'uomo

- fa male fisicamente a qualcuno o minaccia di farlo (a meno che, ragionevolmente, tema per la propria incolumità fisica)
- intimidisce o spaventa qualcuno
- insulta qualcuno
- fa vergognare o umilia qualcuno
- danneggia le proprietà di qualcun’altro o le cose che stanno loro a cuore
- cerca di controllare il comportamento di qualcun’altro: dove va, chi vede, quello che fa
tiene qualcuno sotto sorveglianza
- obbliga qualcuno a prendere parte ad atti sessuali quando non vuole
- assume il controllo totale delle finanze o fa debiti in nome di qualcun’altro senza il suo consenso
- fa qualsiasi altra cosa che fa sentire qualcuno insicuro, maltrattato o incapace di vivere liberamente.




Segnali di violenza 


 
Le donne si sentono vulnerabili e insicure a causa della violenza domestica e spesso trovano molto difficile parlare di quello che stanno attraversando. Uno degli aspetti più negativi della violenza è che le donne spesso finiscono per pensare che è stata colpa loro e si vergognano. 


Elenco di consigli su quali sono i segnali su cui puoi mettere l’attenzione

  • sembrare spaventata del suo partner o essere sempre molto ansiosa di soddisfarlo
  • avere un atteggiamento cauto quando è presente il suo partner come se 'camminasse sulle uova'
  • scegliere di non frequentare i suoi amici o parenti o tagliare corto nelle conversazioni telefoniche quando il suo partner è in casa
  • dire che il suo partner la costringe o le fa pressioni per avere rapporti sessuali, o che ha rapporti sessuali per far piacere a lui, anche se a lei non va
  • parlare della 'gelosia', del 'cattivo umore' o della 'possessività' del suo partner
  • sembrare ansiosa o depressa
  • aver perso la fiducia in se stessa o essere insolitamente tranquilla
  • avere lesioni fisiche come lividi, fratture, distorsioni o tagli (e potrebbe non dare spiegazioni per tali lesioni)
  • sembrare restia a lasciare i suoi figli con il suo partner.
  • I suoi bambini possono sembrare impauriti del suo partner, avere problemi di comportamento, o sembrare molto ritirati o ansiosi, ma potrebbero anche essere bravi a scuola, passare molto tempo fuori casa ed essere all’apparenza molto tranquilli.


 
Il partner e i suoi comportamenti violenti o di controllo:


- Criticarla o umiliarla davanti ad altre persone
- Decidere per lei su tutto (ad esempio controllando tutti i soldi, dicendole chi può vedere e cosa può fare)
- Controllare i suoi movimenti: chiamandola spesso, seguendola, interrompendola quando è al telefono o quando esce con gli amici o insistendo per accompagnarla da qualsiasi parte (questo potrebbe accadere durante il rapporto o dopo che la donna ha chiuso il rapporto).
- Accompagnarla dappertutto anche a fare la spesa e sembrare un marito molto attento







Non è mai colpa sua


Indipendentemente da quello che una donna dice o fa, non è mai responsabile della violenza di un uomo. La responsabilità è solo di chi agisce la violenza!
Usare comportamenti violenti e controllanti contro una partner/compagna/moglie è una scelta. Gli uomini che sono violenti verso i membri della famiglia, normalmente non si comportano così con le altre persone.
Gli uomini violenti tendono a trovare delle scuse per il loro comportamento violento; tra queste scuse c'è l'educazione, l'alcool, lo stress, oppure il dar la colpa alla partner e/o lei potrebbe dare la colpa a se stessa. Quest'ultima scusa è molto comune poiché nel dar la colpa all'altro non si assume la responsabilità delle sue azioni. 





Telefonate al Telefono Rosa 1522, chiedete aiuto a parenti e amici per la vostra sicurezza personale. Perché sia che si tratti di violenza fisica, di violenza sessuale o di violenza psicologica, nessun uomo deve permettersi di utilizzare la sua forza e la sua presunta virilità per sovrastare una donna.




“La violenza distrugge ciò che vuole difendere: la dignità, la libertà, e la vita delle persone.”
Giovanni Paolo II



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giovedì 20 novembre 2014

mercoledì 12 novembre 2014

Prescrizione medica:





Esiste un rimedio efficace e privo di controindicazioni per curare i vari disturbi che affliggono l’uomo contemporaneo ossia la LIBROTERAPIA.

Per chi fosse interessato vada alla pagina LIBROTERAPIA. Troverete informazioni sugli incontri di Libroterapia tenuti della dott.ssa Lucia Magionami psicologa-psicoterapeuta nonché specializzata in "Libroterapia". 

giovedì 9 ottobre 2014

Quando la Famiglia cambia



La famiglia e le relazioni al suo interno sono molto cambiati in questi ultimi anni, in cui non si va più ad adottare il termine di FAMIGLIA ma di FAMIGLIE poiché si tende ad esaminare gli aspetti e le diversità che vanno a caratterizzare il singolo nucleo famigliare. Ciò spiega l’esigenza di rivalutare il ruolo del genitore nel contesto socio-famigliare.


A fronte di questa tematica è maturata l’esigenza e il bisogno dell’Associazione il Bucaneve di organizzare una “Scuola per genitori” con l’obiettivo di riconsiderare e dar nuove competenze ai stessi genitori, ma allo stesso tempo anche ai figli,  attraverso delle metodologie; per tale obiettivo, quindi, sono state create delle sessioni parallele in cui verranno affrontate le stesse tematiche da professionisti adeguati. 
Il principale obiettivo di tale scuola per genitori è dar sostegno da un punto di vista psico-educativo. L’intervento “La Famiglia che cambia” consisterà nel dare spiegazioni delle varie trasformazioni che hanno avuto nel tempo la famiglia , nelle dimensioni in unità di consistenza che ormai sono sempre più piccoli ma al tempo stesso complessi nell’aspetto affettivo ed emotivo dei componenti.


La locandina dell'evento "GENITORI E FIGLI: INSIEME PER CRESCERE"

domenica 5 ottobre 2014

Una scuola per genitori e ragazzi

 Scuola per genitori e figli avrà il suo primo incontro il 24 Ottobre

Il quaderno sui Dca “Dietro lo specchio la vita”, ideato e scritto per l'associazione "Il Bucaneve", con le illustrazioni dell'artista Aurora Stano, sarà un valido strumento per riconoscere e comprendere i disturbi del comportamento alimentare e si potrà trovare all'interno della "Scuola per genitori e figli". Trattasi di una scuola con sessioni parallele sia per i figli sia per i genitori così da affronterà le stesse tematiche tramite esperti con metodologie adeguate all'età.

Chi fosse interessato basta contattare l'Associazione e arriverà il quaderno a casa. Il prezzo è simbolico poiché serve solo per sostenere i progetti dell'Associazione "Il Bucaneve".


Per info
cell: 339/6944247
 

sabato 20 settembre 2014

La manipolazione psicologica: “Gaslighting”

Approfondimento sul fenomeno del “Gaslighting” ossia della manipolazione psicologica che può portare alla pazzia. La rubrica è a cura della psicologa e psicoterapeuta Lucia Magionami

Il termine "Gaslighting" deriva dal titolo del film "Gaslight". La pellicola del regista americano Georg Cukor esce nel 1944 e racconta una vicenda ambientata in Inghilterra nell'età vittoriana, grazie all'interpretazione di Ingrid Bergman e Charles Boyer.
Un gentiluomo (Boyer) convince la giovane moglie (Bergman) ad abitare nella vecchia casa dove la donna è cresciuta e dove lui, anni addietro, aveva assassinato sua zia. La storia si sviluppa attraverso una diabolica strategia psicologica in cui l'uomo, alterando le luci delle lampade a gas della casa, spinge la moglie sull'orlo della pazzia.

Da questo film, il termine "gaslighting" viene utilizzato per definire il comportamento manipolatorio crudele messo in atto da una persona per spingere la sua vittima a dubitare di se stessa, delle sue percezioni, dei suoi sentimenti, dei suoi giudizi di realtà, e ad avviarla in un gorgo di percezioni indotte che la porteranno ad uno stato confusionale crescente, financo alla pazzia.
Il gaslighter o manipolatore, mette in atto un'autentica violenza psicologica, tirando fili sottilissimi per muovere la vittima a piacimento. La persona dominata crede di agire liberamente in una realtà che percepisce come reale e univoca, senza accorgersi che sta solamente vedendo ciò che il manipolatore le permette di vedere rispetto alla realtà effettiva. L'autorevolezza presunta che il manipolatore manifesta, induce così la vittima a rileggere ogni eventuale propria presa di coscienza della realtà, come uno scantonamento ingiustificato dal sacrosanto mosaico imposto dal suo autorevole, insindacabile dominatore.
I sentimenti che la persona manipolata prova sono infatti basati su una costante inadeguatezza che mina quotidianamente le fondamenta delle sue sicurezze. In sostanza la manipolazione provoca in lei un vero e proprio "lavaggio del cervello" che avviene in modo sistematico, costante e duraturo nel tempo. La persona diviene una tabula rasa pronta ad essere riscritta dal manipolatore a seconda delle proprie finalità.
Per riuscire a fare tutto questo i gaslighter sono persone molto vicine alla loro vittima, quasi sempre partner o parenti stretti.

Possiamo individuare tre categorie fondamentali di manipolatore:

1) Il bravo ragazzo manifesta atteggiamenti gentili e generosi, che sembra occuparsi dei bisogni e desideri della vittima con attenzione; in realtà questi comportamenti sono solamente l'investimento necessario a costruire di sé l'immagine inattaccabile dietro la quale si nasconde il cinico dominatore; si tratta di una autentica messa in maschera che permetterà all'Ego "vampiresco" di strappare alla vittima ogni elemento di soddisfazione.
2) L'adulatore attua la manipolazione tramite lusinghe costanti strutturate, in maniera strategica per raggiungere il suo fine, laddove riconosce la vittima come fragile e bisognosa di conferme da parte di una figura autorevole e affidabile.
3) L'intimidatore utilizza il rimprovero continuo, la critica costante, la recriminazione, i doppi legami, il sarcasmo, per mantenere la vittima in uno stato costante di inferiorità rispetto allo standard comportamentale da lui imposto come "corretto". L'escalation della colpevolizzazione può arrivare fino all'aggressività diretta continua, anche fisica.

Spesso elementi delle tre categorie sono presenti nei comportamenti quotidiani del manipolatore, rafforzandosi reciprocamente entro la strategia di dominio.
Lo scopo del comportamento di gaslighting, comune alle tre categorie di manipolatori, è il controllo e il potere. La vittima è ridotta a una totale dipendenza fisica e psicologica, poichè è stata progressivamente isolata dagli affetti esterni alla coppia (amicizie, famiglia di origine, colleghi di lavoro) e conseguentemente la sua capacità di scelta responsabile è stata annullata. Il manipolatore ha oramai inculcato nella vittima il definitivo senso di inadeguatezza e di incapacità di scelta. Egli è divenuto il giudice di ogni singola azione che la vittima voglia compiere.

Chi è vittima di gaslighting prova:

1) Incredulità: la persona non crede a quanto sta accadendo e prova inizialmente a mettere in dubbio le "verità evidenti" imposte dal manipolatore.
2) Difesa: la vittima tenta di difendersi e cerca di motivare il suo sentire e vedere la realtà delle cose.
3) Depressione: la vittima si convince che il manipolatore ha ragione su tutti i fronti, diventa insicura, estremamente vulnerabile e infine dipendente.

La violenza psicologica innescata dal manipolatore si cronicizza non appena la vittima entra nella fase depressiva. In questa fase la persona si convince di essere compresa solo dal manipolatore, perciò si convince di essere da lui protetta e da lui sostenuta nelle scelte; quelle scelte che crede illusoriamente d'aver compiuto in totale libertà. Qui si crea il paradosso in cui la vittima idealizza il proprio carnefice.
Proprio per questo vissuto tramato costantemente, attraverso impercettibili atteggiamenti, la vittima non si rende conto della rete perversa in cui è cascata e non sente di dover chiede aiuto.
A tutt'oggi è difficile che la vittima del gaslighter si renda conto della situazione perversa in cui è tenuta. La manipolazione ben costruita regge infatti fino a che la vittima è convinta della giustezza del rapporto stabilito, pur in condizioni di subalternità e dominazione. Ella non percepisce cioè la perversione dell'equilibrio patologico di sudditanza/dominio.
Qualora la vittima riesca a percepire, con l'aiuto di familiari o amici, la situazione di dipendenza e di pericolo in cui versa, può iniziare con il terapeuta il percorso di rilettura del reale che non termina certo d'incanto nel momento dell'abbandono fisico del partner con la fuoriuscita dalla relazione perversa e dolorosa, ma prosegue nel tempo attraverso la ricostruzione quotidiana della propria identità, alla conquista della fiducia, della dignità umana calpestata e del senso di sè, che porti la vittima a liberarsi e a riconoscersi quale essere umano, e non come marionetta.

Dott.ssa Lucia Magionami
Psicologa-Psicoterapeuta
luciamagionami.blogspot.com

Articolo in Frescodiweb

martedì 16 settembre 2014

SLIMTIME: IL TEMPO DI ESSERE MAGRI



Un piccolo video per riflettere insieme.

Una signora in sovrappeso viene accompagnata dal magrissimo marito in un centro per dimagrire. Attraverso gli occhi del marito ci mostreranno la beauty farm stile 2001 Odissea nello Spazio. Le operatrici benessere sono tutte uguali, snelle vestite con un look perfetto e un colore adeguato all’ambiente. Le signore in sovrappeso hanno tutte lo stesso trattamento, standardizzato e anche sterlizzato.
La protagonista del video è ansiosa vuole ritrovare la forma fisica per sedurre con il suo aspetto il marito, ma (guardiamo il video)