domenica 28 novembre 2021


Perché i bambini che assistono alla violenza domestica sono gentili con l'abuser?



Più volte mi trovo nel mio lavoro a spiegare perché i bambini vittime di violenza domestica sono “molto buoni” con l’abuser. Perché hanno bisogno di non farlo arrabbiare sia per proteggere la madre sia per stabilire quel senso di tranquillità a loro necessario. Inoltre vedere la madre in difficoltà e non essere capace di difendersi mette il minore in una condizione di prendersi cura di chi dovrebbe proteggerlo e annientando così i desideri e i propri bisogni.
Ferenczi lo aveva studiato nel 1932 e così scriveva ne “Confusione delle lingue tra adulti e bambini.
“I bambini hanno bisogno di appianare qualsiasi specie di disordine nella famiglia, per così dire di caricare sulle proprie fragili spalle il peso che grava sulle spalle di tutti; naturalmente non fanno questo, alla fin fine, per puro altruismo, ma per poter nuovamente godere la tranquillità perduta e la tenerezza che dipende da questa tranquillità. Una madre che si lamenta delle proprie sofferenze può fare della figlia la propria infermiera a vita, in sostanza procurarsi, per mezzo suo, un sostituto della madre, senza tener in alcun conto i veri interessi della figlia.”




















giovedì 25 novembre 2021

PERCHE' LE VITTIME DI VIOLENZA NON SE NE VANNO? IL RUOLO DEI FATTORI PSICOSOCIALI E CULTURALI




Tra poche ore mi troverò a parlare con alcuni studenti dell'Università di Perugia per spiegare come la complessità della violenza e i meccanismi che legano la vittima al suo abuser. Grazie all'invito del 𝐆𝐑𝐔𝐏𝐏𝐎 𝐃𝐈 𝐑𝐈𝐂𝐄𝐑𝐂𝐀 "𝐈𝐃𝐆-𝐈𝐍𝐓𝐄𝐑𝐒𝐄𝐙𝐈𝐎𝐍𝐈 𝐃𝐈 𝐆𝐄𝐍𝐄𝐑𝐄
Nell’anno accademico 2016-2017, nel 𝐝𝐢𝐩𝐚𝐫𝐭𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐒𝐜𝐢𝐞𝐧𝐳𝐞 𝐏𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 si è costituito il gruppo di ricerca e formazione 𝐈𝐃𝐆-𝐈𝐧𝐭𝐞𝐫𝐬𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐆𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞. Il gruppo di lavoro pone al centro della sua attenzione il genere, sia come oggetto di studio sia come chiave di lettura.
Il gruppo ha avviato un approfondimento interdisciplinare dei processi psicologici, sociali, culturali, storici che sono alla base delle discriminazioni basate sul genere, sull’identità di genere, sull’orientamento sessuale, sull’etnia, sulla religione che ancora oggi sono presenti nella nostra società.
Nel corso di questi cinque anni accademici il gruppo ha organizzato ben 67 seminari riscontrando grande interesse e partecipazione studentesca. Anche in quest’anno accademico, il gruppo IDG-Intersezioni di Genere ha organizzato un ricco calendario dal titolo "𝐂𝐡𝐞 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐜𝐢𝐭𝐭𝐚𝐝𝐢𝐧𝐚𝐧𝐳𝐚? 𝐃𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐢 𝐢𝐧 𝐛𝐢𝐥𝐢𝐜𝐨, 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐢 𝐝𝐚 𝐝𝐢𝐟𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐞 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐢 𝐝𝐚 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐞𝐫𝐞 𝐢𝐧 𝐮𝐧𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐚 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐬𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞"




mercoledì 24 novembre 2021









 

 Il problema della violenza riguarda tutti e tutte noi. Dobbiamo smettere di giustificare i comportamenti violenti o leggere le persone come malate. Tutto questo ci porta in una strada senza uscita. Dobbiamo agire cambiando la cultura facendo comprendere di non giustificare quei primi accenni di manipolazione o controllo che sono alla base di un crescente isolamento che non è altro che l'humus dell'escalation della violenza.

Tutto ciò che possiamo fare per cambiare questa cultura è importante: dalle nuove narrazioni che non rivittimizzano le vittime, agli interventi a scuola, all'attenzione speciale di chi raccoglie le denunce ma sopratutto quando le donne hanno detto "BASTA!" La presa di coscienza mette veramente in discussione la rapte culture.

venerdì 19 novembre 2021









Più volte anche quest'anno abbiamo letto nei giornali notizie che ci hanno stretto il cuore come la storia dello uno studente abruzzese di 29 anni, iscritto alla facoltà di Economia nel campus di Forlì dell'Università Alma Mater Studiorum. Il giovane i primi giorni di ottobre si è lanciato dal ponte in via Stalingrado, a ridosso dell'area fieristica di  Bologna. Questo purtroppo non è un caso isolato, come dimostra uno studio effettuato da Skuola.net evidenzia come il 36% dei ragazzi intervistati racconta bugie ai genitori e ai parenti sulla propria carriera universitaria. Il 28% riferisce che non voleva deludere le aspettative. Da una bugie ne sorgono altre che servono a non ammettere il fallimento. Ma il castello di bugie diventa crescendo sempre più fragile diventando per chi lo sta creando insopportabile e intollerante.
Il senso di vergogna prende sempre più spazio e l’unica via di uscita sembra la morte.
Non è così!! C’è sempre una strada da percorrere basta chiedere aiuto.

lunedì 15 novembre 2021

Sguardi nelle stanza di terapia

 



 
La guarigione passa attraverso la relazione tra terapeuta e paziente. Ma il paziente deve fidarsi ed affidare per trasformare il dolore. Il lavoro va sempre fatto in due, verso l’obiettivo da raggiungere.
Può accadere però che il paziente a causa del suo vissuto proietti nel terapeuta alcune parti di sé facendo uscire la rabbia inespressa da lungo tempo e accusando chi lo cura di non essere accogliente solo perché non si lascia manipolare dalle sue parti malate e così dà a se stesso la scusa per abbandonare la terapia che si è fatta per lui troppo profonda e stringente.
Quando ciò accade nella stanza del colloquio si vive una tempesta emotiva che monta come un forte vento e ci sbatte da più parti.
Proprio in questo momento si deve rimanere saldi, fermi, e attendere.
Quel “matteggiare” del paziente che nasconde profonde ferite è una messa alla prova per chi si trova nella posizione di aiuto, per il paziente in quel momento il terapeuta è e deve restare una grossa e solida base, una figura sicura che lo contiene senza giudicarlo. Forse a seguito di quanto accaduto il soggetto si allontanerà dal percorso per poi tornare oppure se ne andrà per sempre. Ma la certezza è che dopo un episodio del genere abbiamo apportato un cambiamento importante dentro di lui: ora sarà consapevole che qualcuno lo ha accettato e lo ha “visto” anche quando ha dato il peggio di se stesso.

venerdì 12 novembre 2021

Non si deve viaggiare con bagagli pesanti come la rabbia, l’invidia ed il rancore. Dovremmo sempre portare con noi un bagaglio leggero: un po’ di coraggio, un bel sorriso e un paio di  “ma chissenefrega”da usare per ogni evenienza.



giovedì 4 novembre 2021


Nella tua relazione sei fiore o giardiniere?



" J. ha questa teoria, per cui le persone di una coppia possono essere o fiori o giardinieri. Due fiori non dovrebbero stare insieme: hanno bisogno di qualcuno che li sostenga, che li aiuti a crescere." Da La ragazza che amava Audrey Herburn di Rebecca Serle.


E tu sei giardiniere o fiore?

Attenzione alle rigidità dei ruoli, si deve sempre ambire ad una crescita reciproca che non cristallizzi relazioni che poi diventano disfunzionali.