domenica 3 aprile 2022

 Persone che cambiano la storia

Porpora Marcasciano



Durante il lookdown di due anni fa ,rimanendo chiusa nella mia piccola cosa per 77 giorni, ho cominciato a pensare come poteva essere vissuto veramente quel preciso momento da altre persone al di la dei canti nei balconi, oltre gli arcobaleni disegnati e le scritte di resistenza "andrà tutto bene".
Ho pensato alle persone Trans che già normalmente hanno problemi di inserimento nel mondo del lavoro e con la pandemia hanno rischiato veramente la fame se non ci fosse stata una rete di forte solidarietà. 

Basti pensare che negli ultimi dieci anni il 45% di persona transessuali si sono viste rifiutare la candidatura per un posto di lavoro (Unar, Arcigay e Mit, 2014).
Secondo Christian Cristalli, presidente e fondatore del Gruppo Trans APS, le donne trans sono particolarmente svantaggiate a causa di una serie di stigmi che si abbattono sulle loro vite, precludendo ogni strada che non sia quella della prostituzione. In moltissimi casi, il sex work non sarebbe il frutto di una libera scelta, ma l’unica strada percorribile per “non morire di fame”.

In seguito durante il secondo lookdown ho deciso di approfondire di più i miei studi su questa tematica partecipando a due ecm. Uno dei quali organizzato dal MIT (Movimento Identità Trans), l'associazioni più importanti del movimento LGBTQ+ italiano e sicuramente la più antica.

La sua fondazione ufficiale del MIT risale all’estate del 1979 quando le proteste delle persone trans si fecero visibili e dopo qualche anno, esattamente il 14 Aprile 1982 portarono all’approvazione della Legge 164.
In quel periodo il MIT si batteva non solo perché fosse riconosciuta l’identità trans ma anche e soprattutto affinché fossero rispettati i diritti e la dignità della persone trans: il suo diritto a un transito sicuro e garantito, la possibilità di autodeterminarsi e progettare la propria vita. 
Di strada il MIT ne ha fatta tanta grazie al coraggio e alla caparbietà di tutti gli attivisti e le attiviste e sopratutto grazie a Porpora Marcasciano ex presidentessa dell'associazione e oggi presidente della Commissione Pari Opportunità del consiglio comunale di Bologna.

Studiando i miei corsi ecm ho voluto conoscere meglio Porpora e così sapendo dai media che sarebbe venuta a Firenze al Cinema La Compagnia a presentare la pellicola on the road che ripercorre le sue vicende umane e la sua militanza.









Porpora fa risalire il suo attivismo al 1975, in occasione dell'omicidio di Pier Paolo Pasolini. In quell'occasione, infatti, i membri del collettivo politico di cui faceva parte le chiedono di dichiarare pubblicamente la sua storia durante un'assemblea scolastica.




(Film in rassegna in questi giorni al Cinema La Compagnia)



Nel 2010, a seguito della morte di Marcella Di Folco, Porpora Marcasciano diviene presidente del MIT fino al 2016, ricoprendo lo stesso incarico dal 2019 ad oggi.

Nel 2016 viene insignita del premio, "dedicato alle persone che costituiscono inestimabile patrimonio per il movimento per la tutela dei diritti umani" Human Rights Defender da Amnesty International insieme a Daniela Tomasin.







Nel film sono raccontate le battaglie di Porpora Marcasciano del ’77, le folli notti romane e l’impegno politico. La leader del movimento trans, Porpora, rivive la sua formazione politica e umana insieme a Vittorio, un testimone appartenente ad una nuova generazione. Il viaggio verso il paese natale nel Sud Italia è una ricerca per scoprire gli effetti delle sue origini sul suo vissuto presente, fra racconti intimi e incontri con figure storiche del movimento trans e con la comunità dei “femminielli” di Napoli.





Porpora Marcasciano, Vittorio Martone (autore e produttore), Barbara Caponi (Presidente IREOS e condirettrice FQF), Bruno Casini (condirettore FQF).


“Nel ’73 smisi di vergognarmi e compresi che quanto mi avevano insegnato non era vero: gli indiani non erano cattivi, i comunisti non erano cannibali, gli anarchici non erano assassini e gli omosessuali non erano mostri, mentre gli stronzi che vorrebbero fartelo credere sono invece autentici: stronzi, veramente stronzi“.