lunedì 15 novembre 2021

Sguardi nelle stanza di terapia

 



 
La guarigione passa attraverso la relazione tra terapeuta e paziente. Ma il paziente deve fidarsi ed affidare per trasformare il dolore. Il lavoro va sempre fatto in due, verso l’obiettivo da raggiungere.
Può accadere però che il paziente a causa del suo vissuto proietti nel terapeuta alcune parti di sé facendo uscire la rabbia inespressa da lungo tempo e accusando chi lo cura di non essere accogliente solo perché non si lascia manipolare dalle sue parti malate e così dà a se stesso la scusa per abbandonare la terapia che si è fatta per lui troppo profonda e stringente.
Quando ciò accade nella stanza del colloquio si vive una tempesta emotiva che monta come un forte vento e ci sbatte da più parti.
Proprio in questo momento si deve rimanere saldi, fermi, e attendere.
Quel “matteggiare” del paziente che nasconde profonde ferite è una messa alla prova per chi si trova nella posizione di aiuto, per il paziente in quel momento il terapeuta è e deve restare una grossa e solida base, una figura sicura che lo contiene senza giudicarlo. Forse a seguito di quanto accaduto il soggetto si allontanerà dal percorso per poi tornare oppure se ne andrà per sempre. Ma la certezza è che dopo un episodio del genere abbiamo apportato un cambiamento importante dentro di lui: ora sarà consapevole che qualcuno lo ha accettato e lo ha “visto” anche quando ha dato il peggio di se stesso.

Nessun commento:

Posta un commento